venerdì 13 luglio 2012

Biancaneve e il cacciatore

Se questo doveva essere l'evento cinematografico dell'estate, si puo' ben dire che il cinema di oggi stia passando una grande crisi. E non parlo di soldi.
Già lo presentano: Dal produttore di Alice in Wonderland e la gente sta lì a dire: "Ohh, sono quelli che han fatto Alice, allora sì che dev'essere un bel film!" Peccato che il produttore sia soltanto quello che sgancia la grana e non abbia niente a che fare con la realizzazione del film. Se poi si mette anche a scegliere registi ed attori incompetenti, non vale granché nemmeno come finanziatore.
Ma passerò sopra a questa mera trovata pubblicitaria. Ho cose ben più tristi da dire.
Dunque, ancor prima che uscisse il film si sentiva dire: ...una nuova interpretazione della famosa favola per bambini, molto diversa dalla versione Disney e più simile a quella originale dei fratelli Grimm. Ora, non mi risulta affatto che in Biancaneve si sia mai parlato di troll, foreste dove crescono funghi allucinogeni ed idilliaci paesi delle fate. Nè tantomeno di una regina pazzoide che uccide tutte le giovinette del suo regno per mantenere la propria bellezza. Sì, ok, c'era una regina ossessionata dalla propria bellezza, ma a parte uno specchio magico, non aveva alcun potere soprannaturale. E vogliamo parlare del fratello con la frangetta? Da dove spunta, cosa c'entra? Ah, perché anche la regina e il suo inutile fratellino, povere anime incomprese, hanno avuto un'infanzia difficile. Molto commovente, per nulla scontato, nooo.
Prima di passare alla trama, però, voglio precisare una cosa: Kristen Stewart è un'incompetente. Sottolineato, sì, non è un errore. Passi che, poveretta, la natura non l'abbia dotata di una gran bellezza, la Stewart rimane comunque un'attrice incapace di sostenere un ruolo di una certa importanza. La possiamo perdonare in Twilight, considerando che il personaggio che interpreta è decisamente insulso. Ma è un voler esser buoni, poiché a differenza di quanto credono in molti, non è stato il suo debutto sul grande schermo. In ogni caso, non è ammissibile che Biancaneve in 2 ore e oltre di film non cambi mai, e dico mai, espressione. Due occhi inebetiti e la bocca semiaperta come una sempliciotta, ma stiamo scherzando?! E se fossi stata nella regina, avrei cambiato specchio. Com'è possibile che la Stewart sia più bella della Theron? (E se i nuovi teenager mi vengono a dire il contrario, li spedisco tutti dall'oculista)
Vabbè, dedichiamoci alla trama. Premetto dicendo che ho passato più della metà del film a ridere delle mie stesse battute sarcastiche. Sì, ridevo per non piangere.
L'inizio del film è l'unica parte che realmente si avvicina alla famosa favola. Si ritrova infatti una citazione più o meno fedele alla versione dei Grimm, di cui riporto l'incipit:
"Una volta, in inverno inoltrato, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice d'ebano. E, mentre cuciva e alzava gli occhi per guardare la neve, si punse un dito e tre gocce di sangue caddero nella neve. Il rosso era così bello su quel candore, che ella pensò fra sè: "Avessi un bambino bianco come la neve, rosso come il sangue e nero come il legno della finestra! ". Poco tempo dopo, diede alla luce una bimba bianca come la neve, rossa come il sangue e con i capelli neri come l'ebano; e, per questo, la chiamarono Biancaneve. E, quando nacque, la regina morì."
Nel film la regina si punge con una rosa, ma fa lo stesso.
Bene, passa l'inverno e la madre di Biancaneve muore. Il re padre, di cui più volte vengono lodate le qualità di saggezza, valore e magnanimità, si fa prendere per i fondelli (per dirlo in modo fine...) nel giro di un giorno. Perde mezzo esercito in una battaglia contro dei soldati fantasma e nonostante fino ad un secondo prima amasse profondamente e ricordasse con dolore la moglie perduta, appena vede la belloccia la porta al castello e se la sposa. Ma lo sappiamo, la carne è debole... Tanto debole che la prima notte di nozze si fa ammazzare come un patacca. Alla faccia del re saggio.
La piccola Biancaneve viene rinchiusa in una torre... Aspettate ma non era Raperonzolo quella? Ebbene, abbiamo inventato Rapaneve! Scherzi a parte, la bambina arriva ai 18 anni che saprà a malapena leggere e scrivere. E' invece abilissima nell' accendere il fuoco con la pietra focaia e dice regolarmente il padre nostro... E voilà, eccola diventata una scout! (Non me ne vogliano male gli scout per questa battuta, era in senso buono)
Lo spirito guerriero non tarda ad emergere. Proprio cinque minuti prima che arrivi il tipo inutile a prenderla per conto della regina, la ragazza si arma di un grosso chiodo (Ma questa Biancaneve sa anche leggere nel pensiero?) Arriva poi il biondo con la frangetta, che prima di portarla dalla regina pensa sia il caso di non sprecare l'occasione di una bella sgnaccherata (cit.Nonapritequestotubo). A quel punto Biancaneve lo colpisce prontamente con il suo invincibile chiodo e lui caccia un urlo da risvegliare i morti. La ragazza esce dalla cella e lo chiude dentro.
Ora, tenete ben presente che Biancaneve è stata rinchiusa per circa 10 anni in una torre e che il mondo fuori potrebbe essere un poco cambiato da quando era bambina. Per non parlare del fatto che a parte quel po' di cultura elementare che si presume abbia ricevuto da bambina, dovrebbe essere incapace di fare alcunché.
La scena la vede protagonista di una rocambolesca fuga, con scivolata nel condotto delle fognature alla Tomb Raider. Biancaneve si ritrova a nuotare nella melma schifosa e sembra passino mille anni... Fino a quando non arriva ad una scogliera a picco sul mare. Bene, cosa fa? Ma è naturale, si butta! Tanto la Stewart è abituata a gettarsi dalle scogliere no? Peccato che qui non arrivino nè il suo amichetto vampiro, nè il lupacchiotto (quasi quasi me l'aspettavo...).
Ma fate ben attenzione ora: cosa trova quando arriva sulla spiaggia (miracolosamente intatta e per nulla infreddolita dall'acqua gelida)? Un cavallo bianco, che non è quello di Napoleone. Un cavallo lì da solo, non sellato, e inginocchiato sulla sabbia. Perché? Chi l'ha portato lì? Misteri che non trovano una risposta. In ogni caso si sa che i cavalli non stanno mai inginocchiati, a meno che non siano malati... Ma ovviamente questo non è malato e per di più si lascia montare così, senza doma, docile come un agnellino.
Perché Biancaneve sa cavalcare!! Avete capito? Sa cavalcare, al galoppo, senza sella, senza che nessuno gliel'abbia mai insegnato! Lei può! Ed ovviamente, dopo le ore passate nelle fogne, nel mare, sulla sabbia, lei prende la strada principale (è la più furba, non c'è che dire) e le guardie del castello le sono subito dietro! Mi domando se per caso le abbiano impiantato sottopelle un microchip con collegamento satellitare.
Comunque, corri e corri, Biancaneve arriva alla foresta oscura, che è tutto un dire. E qui la Stewart si era forse dimenticata di essere Biancaneve e pensava di essere ancora Bella,  colei che inciampa ovunque. Così si ritrova a pestare dei funghi allucinogeni che l'LSD è una pacchia a confronto. Insomma ne vede di tutti i colori e alla fine si addormenta lì, aspettando forse il suo vampirello vegetariano.
Nel frattempo la regina manda il famoso cacciatore alla ricerca della ragazza, il quale, trovandola nella foresta si impietosisce. Si rivolta quindi contro le guardie e contro il biondo dalla frangetta, il quale riceve uno sfracasso di botte e tuttavia qualche tempo dopo torna in scena fresco come una rosa. (ma il graffio del chiodo, quello sì che era micidiale!)
Inizia allora la lunga fuga verso le terre del duca che un tempo era stato amico del re patacca. Il duca ha un figlio, un giovanotto aitante di nome William, amico d'infanzia di Biancaneve. William nel tempo libero si dedica a fare il Robin Hood della situazione e attacca i convogli delle guardie della regina: è un imbattibile arciere. Quando scopre che Biancaneve è ancora viva, si arruola sotto falso nome nella squadra di ricerca della regina. Un piano infallibile! In una delle varie battaglie Biancaneve e William incrociano gli sguardi da lontano e si riconoscono; non si vedono da dieci anni, ma con un solo sguardo, di notte, in mezzo alle fiamme, si riconoscono. Sì, crediamoci.
La fuga continua ed entrano in scena i sette nani, o meglio ce ne sono otto...Ma l'ottavo nano, chi è? Non ce ne importa perché muore poco dopo. Paesaggio idilliaco, fatine pelate svolazzano in mezzo al bosco incantato, dove mille animaletti strambi accolgono Biancaneve come la prescelta. Prescelta di che? Arriva forse Aslan con l'allegra combricola di Narnia? No, è invece un cervo bianco ad apparire, con un palco di corna che sembra più un albero cresciuto lì. Il cervo che non appariva da secoli: oooooooh. E poi muore, no vabbé si dissolve in mille farfalle (oook?) perché viene colpito dalla freccia di una guardia della regina.
E così nuova fuga e nuova battaglia; finalmente il fratello della regina muore, cosa che le fa avere una specie di crisi epilettica... Poi, all'alba della mattina dopo, Biancaneve e William, che nel frattempo si è aggiunto alla compagnia, si allontanano dal gruppo come per imbucarsi. Neanche un mezzo abbraccio quando si possono finalmente parlare e ora invece lei si decide a baciarlo. Ma ecco che lui le offre la mela e lei ovviamente la mangia e ovviamente cade come morta. Infatti quello non era veramente William, ma la regina trasformata. Boh, io mi ricordavo che si trasformasse in una vecchia, non in un giovanotto...
Quando gli altri, compreso il vero William, scoprono l'accaduto, non mostrano poi un gran dolore, ma decidono di portarla dal duca per il funerale. Quando è la, bella agghindata, prima che inizi il funerale, il cacciatore le fa tutto un discorsetto sul fatto che lei gli ricorda sua moglie, uccisa dalla regina, eccetera eccetera. Poi la bacia, ovviamente, e se ne va. Lei, ovviamente, si sveglia e magicamente è diventata una poetessa. Una poetessa da quattro soldi che improvvisa un discorso sgangherato sull'ardore del popolo che dovrà ribellarsi alla regina. E tutti ad acclamarla come l'eroina del momento, lei che in realtà non ha combinato un accidente. Così, perché lei puo', in un giorno Biancaneve diventa guerriera. (E a questo punto non rimane che una spiegazione: è la figlia segreta di Chuck Norris!!) Ma daaai, chi volete prendere in giro?!
Ed arriviamo infine alla grande, attesissima (perché dopo due ore di fim hai davvero le balls che girano come trottole), battaglia finale. Non sto a descrivere la ridicolaggine della battaglia, perché questo post diventerebbe infinito. Sappiate solo che l'eroica Biancaneve uccide la regina con la sua solita faccia inebetita. Un duca con un intero esercito non era mai riuscito a sconfiggere la regina, ma una ragazzina che ha vissuto per 10 anni in una torre può farlo. Mi sembra logico.
Il film si chiude con l'incoronazione di Biancaneve, che lancia sguardi tonti a William e al cacciatore. Chi sarà quello che riuscirà a sgnaccherarsela?


OK, questa immagine è forse esagerata, ma rende bene l'idea e fa troppo ridere!

sabato 7 luglio 2012

Fascino e scaltrezza, le vie per il successo


Bel-Ami
di Guy de Maupassant
 
Molti critici hanno individuato nelle vicende di Georges Duroy, protagonista del celeberrimo romanzo di Maupassant “Bel-Ami”, un legame non indifferente con la vita dell’autore. Lo stesso Maupassant disse: «Bel-Ami sono io», riprendendo ironicamente la nota affermazione di Gustave Flaubert a proposito della sua Madame Bovary. Sicuramente, nella vita sregolata e nel carattere forte di Duroy si possono riscontrare alcuni elementi biografici dello scrittore, ma Maupassant allontana ben presto il personaggio dalla propria immagine, connotandolo piuttosto negativamente.
Duroy, arrampicatore sociale dall’atteggiamento quasi machiavellico, non conquista le simpatie del lettore, che pur lo guarda con una certa ammirazione per la sua scaltrezza. Nell’alta società parigina di fine ‘800, tutta scandali ed intrighi politici di ogni sorta, Duroy trova la sua strada facendo uso di una furbizia innata e di un irresistibile fascino. Tutte le donne cadono ai suoi piedi, travolte da una inspiegabile passione per quel giovanotto pieno di charme. Ma Duroy, così bravo nelle lusinghe, non è mosso da alcun sentimento nobile: «Tutte le donne sono puttane, bisogna usarle e non concedere nulla di sé […] L’egoismo per l’ambizione e per il successo vale più dell’egoismo per la donna e per l’amore». Ciò che realmente conta per il protagonista non è altro che il trionfo economico e sociale, tutto il resto è uno strumento per la propria ascesa.
Sebbene Duroy esca vincitore da questa lotta – è forse in questo che Maupassant si identifica, nella rapida fortuna del suo personaggio? – si può notare che una certa irrequietezza accompagna il giovane durante il corso della storia. Si tratta di un’ansia persistente di raggiungere sempre più alti obbiettivi, un’insoddisfazione della propria condizione che spinge Duroy a privarsi di ogni scrupolo per garantirsi una posizione migliore in società. Raggiunto infine l’apice del successo, «ubriaco d’orgoglio», sembra aver trovato la pace agognata. Ma viene da domandarsi quanto ancora durerà la sua tranquillità, se la sua fortuna sarà portatrice di una vera felicità o se l’euforia del momento non sarà soltanto una gioia passeggera.
Questa indagine psicologica, unita ad una critica generale verso la società di mondo fa di “Bel-Ami” un romanzo più profondo di quanto possa apparire ad un lettore poco attento.