mercoledì 12 settembre 2012

Il Fabbricante di sogni - Modena City Ramblers




...e suono per le ragazze, per le serie e le sfrontate, perché non esiste donna che dica no a una serenata. 
  

sabato 8 settembre 2012

I racconti di Pietroburgo


Tra sogni e fantasmi, ecco l'inquietante Pietroburgo di Gogol'

Annoverata tra le più importanti opere di Nikolaj Gogol', I racconti di Pietroburgo è una raccolta di brevi storie dense di mistero e suggestione.
Gogol', senza dubbio uno dei maggiori scrittori della letteratura russa del XIX secolo, è ricordato allo stesso tempo come esponente del Realismo e come autore dallo stile visionario. Egli caratterizza i suoi racconti con una satira ben studiata, criticando l'ambiente burocratico (in cui egli stesso vive) e l'ambiente aristocratico-militare. Al primo accusa di collezionare funzionari dal titolo improbabile e di inutile ruolo, del secondo critica la superbia e l'ossessiva ricerca di potere e ricchezze. Ma questo sfondo di denucia sociale non è che un aspetto dell'opera di Gogol'.
Molto più evidente, soprattutto ne I racconti di Pietroburgo, è la capacità di dar luogo a situazioni assurde, oniriche e spesso tormentate. Scrive Tommaso Landolfi, traduttore della suddetta raccolta: "Essi [i racconti] possono rappresentare... quasi l'ideal fase di passaggio fra le produzioni gogoliane dell'estrema giovinezza e Le anime morte...; fra insomma le prime e le ultime speranze e la disperata crisi". Malato di nevrosi e destinato ad una profonda crisi religiosa prima della morte, Gogol' trasporta nei suoi personaggi la propria travagliata esistenza, creando per loro vicende grottesche e surreali. Il passaggio dall'impronta realistica a quella surreale è inoltre favorito dall'amicizia con il poeta Aleksandr Puškin, dal quale Gogol' trae presumibilmente ispirazione per le sue opere.
I cinque racconti di Pietroburgo, tratti in parte dall'opera Arabeschi (La Prospettiva, Memorie di un pazzo, e Il ritratto) e in parte da pubblicazioni singole (Il naso, Il mantello), sono stati raccolti in un unico volume dopo la morte dell'autore. Essi presentano alcuni temi comuni quali la crisi d'identità, la confusione tra sogno e realtà, l'illusoria felicità data dal denaro, la paura di compromettere la propria reputazione sociale. Vediamo ne Il naso una storia alquanto divertente dove il "rispettabilissimo" assessore di collegio Kovalev viene messo in ridicolo dal suo stesso organo olfattivo; ma passando subito a Il ritratto, entriamo nell'atmosfera cupa della vicenda del pittore Cartkov, che rovina la sua esistenza a causa di un quadro "maledetto"; e ancora in La Prospettiva ecco un altro pittore tormentato dalle visioni di un sogno ammaliante da cui non riesce a svegliarsi. Angosciante invece Il diario di un pazzo, apoteosi della perdita della propria identità; ed infine arriviamo a Il mantello, in cui la fama e il riscatto dello sfortunato protagonista arrivano soltanto dopo la morte.
I racconti di Pietroburgo è un'opera notevole, tuttavia non subito facile alla lettura per via del complesso periodare. La brevità dei racconti risulta perciò un punto a favore, poiché permette un graduale approccio allo stile particolare dell'autore. In conclusione, dunque, questa raccolta offre un'ottima opportunità per avvicinarsi alla grande letteratura russa, senza dover subito affrontare le imponenti opere dei celebri Tolstoj e Dostoevskij.

martedì 4 settembre 2012

Uomini e topi


«Perché ci sei tu che pensi a me... e ci sono io che penso a te»

Nell'America della Grande Depressione, il favoloso West accende una speranza nel cuore degli uomini. Giovani emigranti senza un soldo in tasca viaggiano di ranch in ranch cercando un qualsiasi lavoro che permetta loro di sfamarsi. Si spezzano la schiena a trascinare sacchi d'orzo, dormono in sporche baracche, bevono un whisky a fine mese e poi improvvisamente spariscono, alla ricerca di miglior fortuna. Tuttavia sono soli, induriti dall'ingiustizia e dalle fatiche. Per George e Lennie è diverso: loro sono una squadra. Coltivano in segreto un sogno di libertà e di riscatto, un sogno in cui potranno finalmente "vivere del grasso della terra". Forse si tratta solo di una vana illusione, eppure questo folle desiderio riscalda il loro animo, impedendo loro di trasformarsi in quegli "omacci" solitari, abbandonati dal mondo intero.
Arrivati nel ranch dove sono attesi, suscitano presto curiosità fra i lavoratori e sospetto nei padroni. Non si è mai vista una coppia di emigranti e tantomeno una coppia così strana. George, saggio ed accorto, è evidentemente una guida indispensabile per il gigantesco Lennie, tanto buono per la sua ingenuità quanto pericoloso per la forza che non sa controllare. Ed è proprio a causa di Lennie che George sta sempre all'erta, raccomandando all'amico di non avvicinare in nessun modo il figlio del padrone, il crudele Curley, e la sua bella moglie. Ma, come sempre, la tentazione è la peggior nemica dell'ingenuo. La tragedia inevitabile si abbatte sui protagonisti, infrangendo tutti i sogni, annullando tutti i progetti di una nuova vita.
Breve ed intenso, Uomini e topi si potrebbe meglio definire come racconto lungo, invece che romanzo. Si legge d'un fiato, ma lascia alquanto pensare.
Non si rimane colpiti solamente dai problemi sociali (l'emigrazione, la disuguaglianza, il razzismo), affrontati con un forte tono di denuncia. E' piuttosto la vicenda personale di ogni personaggio a segnare nell'intimo i lettori più sensibili. C'è innanzitutto il luminoso esempio di George, che tenacemente si prende cura di Lennie, nonostante sia per lui un ostacolo alla possibilità di fare fortuna. C'è il vecchio scopino Candy, storpio ma ancora fortemente attaccato alla propria dignità di lavoratore. C'è il povero garzone Crooks, condannato alla solitudine per il colore della pelle. C'è anche la moglie di Curley, civetta per natura, ma che nasconde una profonda infelicità. Il dramma dunque non è unico, ma composto della sofferenza di tutti. Ogni personaggio vive portandosi dietro il fardello del proprio dolore.
Forte di una traduzione d'autore (Cesare Pavese), questa breve storia di John Steinbeck, risalta anche nello stile e nella struttura. I numerosi dialoghi, il cui linguaggio colloquiale enfatizza il realismo della vicenda, conferiscono grande velocità al ritmo narrativo. Eppure non mancano minuziose descrizioni: è particolare l'effetto di circolarità dato dall'uguale ambientazione dell'incipit e del finale.
Uomini e topi, nonostante il modesto numero di pagine, non è un libro da prendere alla leggera. E' invece una lettura impegnativa che offre numerosi spunti di riflessione.




lunedì 3 settembre 2012

Il piacere delle piccole cose

Alle ore 12.59 l'autrice di questo blog scrive la prima riga del 100° post.
E' il 3 settembre 2012, il cielo è nuvoloso, la temperatura esterna è di 18°C. L'umidità è pari all'84%, mentre la velocità del vento è di 19km/h.
L'autrice di questo blog si trova attualmente nell'ufficio dove svolge lo stage estivo e tiene a specificare di essere in pausa pranzo.
Nell'ufficio accanto una radio è rimasta accesa e trasmette Se ci sarai dei Lunapop. Un telefono interno squilla, ma nessuno risponde. Rumore di tacchi: alcune impiegate stanno per uscire.
L'odore di caffé - c'è una macchinetta usata di frequente - si mescola all'odore della pioggia che proviene dalle finestre aperte.
All'autrice di questo blog ha appena cominciato a fischiare un orecchio e lei trova la cosa molto fastidiosa.
All'autrice di questo blog piace:
- Mettere in ordine i pastelli e i pennarelli, secondo la successione dei colori dell'arcobaleno
- Rispondere al telefono dell'ufficio, dandosi importanza
- Condire l'insalata con la senape
- Cercare di capire come si sente una persona, osservando i suoi gesti
All'autrice di questo blog non piace:
- Quando manca la luce in casa, di sera
- Parlare con le persone che portano gli occhiali da sole
- Aprire le pesche, senza riuscire a separare le due metà dal nocciolo
- L'odore di fumo in cucina quando una fetta di pane si brucia nel tostapane
L'autrice di questo blog ora vuole spiegare perché il post è scritto in questo stile inusuale. Spera che i propri lettori abbiano capito che si tratta di una citazione. La citazione - sempre meglio specificare - riguarda il film intitolato Il favoloso mondo di Amelie, regia di Jean-Pierre Jeunet, anno 2001, colore, sonoro, 120 minuti, lingua originale francese, titolo originale Le fabuleux destin d'Amélie Poulain, con Audrey Tautou nel ruolo di Amélie Poulain e Mathieu Kassovitz nel ruolo di Nino Quincampoix.

Ok, fine del gioco. :)
Il favoloso mondo di Amelie è un film particolarissimo. Divertente, un po' romantico, piuttosto surreale. Una voce narrante esterna sembra influenzare l'andamento della vicenda, i personaggi rivolgono occhiate furbesche alla telecamera, gag e situazioni esilaranti non mancano. Allo stesso tempo, colpisce la finezza di questa storia, la delicatezza con cui ogni personaggio è disegnato. Il favoloso mondo di Amelie è un invito a godere di tutti i piccoli piaceri che la vita ci offre ogni giorno, ma che noi spesso ignoriamo, noi sempre tesi verso l'irraggiungibile.

Particolarmente degna di nota è la colonna sonora, di cui vi propongo un bellissimo brano. Buon ascolto!