mercoledì 1 gennaio 2014

Tirando le somme

Anno nuovo, vita nuova?
Non saprei. Negli ultimi giorni del 2013 ho vissuto momenti di euforia per tutti i cambiamenti che questo strano ed emoziante anno ha portato, ma ho anche attraversato fasi di profonda malinconia. E... Sì, direi che proprio adesso, mentre scrivo, ne sto passando una.
In realtà è una sensazione che provo spesso, quando, dopo aver aspettato per tanti giorni un evento - una festa, un viaggio, uno spettacolo - all'improvviso realizzo che è già finito. Capisco che ormai l'attimo è passato e se non l'ho vissuto intensamente e con gioia, ho perso irrimediabilmente qualcosa di importante.
Ed ecco che mi accorgo che un altro anno è concluso. Conservo un bel ricordo di quest'anno? Ho vissuto pienamente ogni giorno? Vorrei rispondere con un convinto sì! ma forse non sarebbe la completa verità. Nell'insieme non posso certo lamentarmi: come ho già scritto, quest'anno è stato pieno di traguardi, nuove esperienze ed amicizie e delle tante cose belle che mi sono capitate, non vorrei cambiarne alcuna.
Tuttavia credo di dover rimproverare qualcosa a me stessa. Un giorno ho trovato dentro di me due germogli, il primo racchiudeva i sentimenti più nobili, il secondo soltanto amarezza. Ma non ho capito quale fosse il giusto modo di coltivarli, così il primo - che volevo far crescere alto e forte in una sola direzione - era sempre più debole. E più quello era malato, più si rafforzava il secondo. In uno stato confuso di gioia e dolore, ho cercato ed invocato la solitudine, non riuscendo a sopportare la compagnia delle persone che invece avevo più a cuore: i miei amici.
Sento il dovere di scusarmi con loro e con me stessa. Mi scuso con loro per stata assente, per tutti i momenti in cui non sono stata una buona compagnia, per ciò che ho detto o non ho detto. Mi scuso con me stessa per tutto il tempo che ho perso coltivando sentimenti negativi, perché se l'avessi usato in un modo più saggio ora sarei più felice.

Nonostante ciò, voglio lasciare il 2013 con la speranza e il sorriso. Per questo spero in un anno pieno di felicità per tutte le persone a cui tengo, augurandomi di non perderle mai.



La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera.
E quello stesso pozzo che fa scaturire il vostro riso fu più volte colmato dalle lacrime vostre.
E come potrebbe essere altrimenti?
Più a fondo vi scava il dolore, più gioia potete contenere.
La coppa in cui versate il vostro vino non è la stessa coppa cotta nel forno del vasaio?
E il liuto che addolcisce il vostro spirito non è lo stesso legno intagliato dal coltello?
Quando siete felici, se scruterete il vostro cuore, troverete che è ciò che vi ha fatto soffrire a darvi ora la gioia,
E quando siete afflitti, guardate ancora nel cuore, e scoprirete che state piangendo solo per ciò che vi ha reso felici.

[Khalil Gibran, "Il Profeta"]