Silenzio poi uno squillo di telefono un martellare nella
testa drin tic drin toc rumori dallo spazio profondo: stuff dreams are made of a metà fra la veglia e il sonno formulo
pensieri che sfuggono e non diventano immagini ma ombre chissà perché mi chiedo
e penso ancora questo è il sogno o la realtà qual è il confine cerco di
afferrare l’attimo impossibile ma la mente oscilla come un pendolo tic toc tic
toc drin tic drin toc un telefono rumori dallo spazio profondo ecco questa forse
è la linea invisibile due mondi separati stanno per toccarsi ecco sono ormai
vicini e invece no altri pensieri arrivano come onde di un mare impazzito
questo non è ancora il sogno e allora immagino persone immagino dialoghi poi
una voce a cui rispondo la più bella delle voci ma svanisce in un sussurro un
soffio che ora è un vento un fruscio di pagine è questo il sogno mi chiedo
all’improvviso però sento il morbido guanciale ero ad un passo dunque ad un
passo dal confine ma come lo raggiungo come posso percepire il passaggio è
un’ossessione questa un martellare nella testa drin suona davvero questo
telefono suona o lo sto immaginando mi chiedo tic toc tic toc è un pendolo non
un telefono rumori dallo spazio profondo, drin sicuramente un telefono ma
perché nessuno risponde tic toc no è un pendolo è senza dubbio un pendolo drin
telefono tic pendolo drin telefono toc pendolo drin tic drin toc rumori dallo
spazio profondo…
[Ok, esperimento letterario di dubbia riuscita, ispirazione nata direttamente dagli sbadigli davanti al pc, ho cercato di esprimere la confusione di pensieri di chi sta per addormentarsi e cerca invano di cogliere l'attimo inafferrabile fra il sonno e la veglia]
The bells of Saint John are ringing.
RispondiEliminaPerdonami, ma dovevo dirlo! Interessante esperimento, mi ha ricordato i momenti in cui mi sveglio improvvisamente da un sonno leggero e mi domando perché ho sussultato nel sonno.
Voglio un po' di poesia futurista la prossima volta, eheh!