E’
stato calcolato che l’orizzonte cosmico1 dista all’incirca a
13,7 miliardi di anni luce dal nostro pianeta. Questo vuol dire che la luce
delle stelle più lontane ha impiegato 13,7 miliardi di anni per arrivare fino a
noi, un tempo tre volte più lungo dell’età della Terra. Inoltre, secondo
recenti stime, il numero di stelle presenti nell’universo è pari ad un valore
esprimibile con un 3 seguito da 23 zeri2. Ma non è tutto, perché
grazie alla missione Kepler, la NASA ha individuato ben 1235 pianeti
potenzialmente abitabili solo all’interno della nostra Galassia3.
Date
queste premesse, è completamente illogico pensare che la Terra sia l’unico
pianeta ospitante la vita, nell’immensità dell’Universo. Non importa essere
esperti astronomi per capirlo, né eseguire complicati calcoli probabilistici,
ma semplicemente usare un po’ di buon senso. «A parità di fattori la soluzione più semplice è da preferire» così
recita il principio noto come Rasoio di Occam4, con il quale si tende
ad eliminare da un’ipotesi gli elementi più complicati e non necessari. Ora, è
più semplice pensare che la vita si sia sviluppata un’unica volta, in un solo
pianeta fra i miliardi di miliardi presenti nel cosmo, in un momento non
precisato, grazie ad una reazione a catena chimico-biologica dall’origine non
ben definita, o che la vita esista distribuita nell’universo e si sia
sviluppata non una, bensì infinite volte, grazie all’impressionante quantità di
spazio e materia? Ovviamente non si può azzardare un’ipotesi tanto impegnativa
senza l’appoggio di valide argomentazioni. Parlare di prove in questo caso è esagerato, ma possiamo esaminare fatti,
studi e scoperte e considerarli come indizi o suggerimenti.
L’esistenza
o meno di extraterrestri è un problema che, al giorno d’oggi, si può affrontare
ancora solamente da un punto di vista teorico, ma ciò non esclude che sia un
argomento affascinante per scienziati e filosofi, quanto per la gente comune.
Ed è da qui che nasce l’ufologia, la pseudo-scienza che si occupa di
raccogliere e analizzare documenti riguardanti gli UFO5, ovvero i
presunti segnali del passaggio sulla terra di forme di vita aliene. Nel corso
della storia sono stati registrati numerosissimi avvistamenti, eventi
misteriosi,“contatti ravvicinati” e “rapimenti” e ancora oggi in tutto il mondo
vengono segnalati casi analoghi. Come scrivono i giornalisti Pippo Battaglia e
Walter Ferreri nel loro famoso saggio C’è
vita nell’Universo?, «sono numerose le ipotesi che possono spiegare la
natura degli UFO. Si potrebbe, per esempio, pensare che all’origine di un certo
numero di avvistamenti vi siano, in realtà, fenomeni geofisici ancora poco
conosciuti, oppure velivoli sperimentali segreti, senza tuttavia escludere del
tutto la natura extraterrestre. La verità è che noi non possiamo spiegare tutto
con la razionalità e le conoscenze.»6
Nonostante
questo, il ragionamento può essere un ulteriore mezzo per sostenere la tesi
proposta: basta infatti applicare alcune semplici regole della logica per
capire che la presenza di vita nell’universo all’infuori della Terra è più
probabile della sua assenza.
Per
dimostrare che la vita nell'universo ESISTE basterebbe trovare un solo luogo
nell'intero universo dove essa sia presente, ma per dimostrare che la vita NON
ESISTE bisognerebbe dimostrare che in NESSUN luogo dell'intero universo esiste
una qualsiasi forma di vita. Viceversa, per FALSIFICARE la prima teoria, cioè
per dire: E' FALSO CHE la vita nell'universo ESISTE, bisognerebbe controllare
tutto l'universo e accertarsi che non esista neanche il più piccolo
insignificante batterio, mentre per FALSIFICARE la seconda teoria, cioè per
dire: E' FALSO CHE la vita nell'universo NON ESISTE basterebbe trovare un unico
luogo in cui essa invece esiste. Riassumendo questo cervellotico concetto, è
più facile dimostrare che la vita nell'universo esiste che negarlo, ma allo
stesso tempo è più facile negare che essa non esiste, piuttosto che
dimostrarlo.
Da
ciò si evince che l’ipotesi dell’assenza di vita nell’universo è falsificabile,
secondo il criterio di falsificabilità7 ideato da Karl Popper per distinguere le teorie
scientifiche da quelle non scientifiche. Così l’esobiologia, ovvero lo studio
teorico di possibili forme di vita extraterrestri, diventa un valido campo di
ricerca scientifica. Due importanti episodi della storia di questa scienza sono
stati il ritrovamento del meteorite Murchison nel 1969 e di alcuni meteoriti
provenienti da Marte nel 1997. Nel meteorite Murchison sono stati ritrovati
oltre cento tipo diversi di amminoacidi, le basi chimiche della vita; mentre
con l’esame dei meteoriti provenienti da Marte sono stati trovati alcuni
microfossili di batteri extraterrestri8. Ma se tutto questo mette
una certa curiosità, ancora più interessante è lo studio dell’origine della
vita, terrestre e non. Come si trova scritto nel saggio Vita nel cosmo. Esistono gli extraterrestri? di Steven J. Dick9, alcuni biologi,
opponendosi agli evoluzionisti, cercano la chiave di una biologia universale,
sostenendo dunque la teoria della Panspermia10.
Si pensa comunemente che la base chimica della vita sia il carbonio (così come
avviene sulla Terra), ma alcuni sostengono che forme di vita alternative
potrebbero svilupparsi dal silicio, essendo un elemento simile al carbonio
stesso.
Infine c’è chi si domanda se su altri pianeti siano
presenti delle specie intelligenti.
In caso affermativo, perché non cercano di comunicare con noi? «È possibile»
spiega il noto astrofisico Stephen Hawking «che là, tra le stelle, vi sia una
specie progredita che sa che esistiamo, ma ci lascia cuocere nel nostro brodo
primitivo. Però è difficile che abbia tanti riguardi verso una forma di vita
inferiore: forse che noi ci preoccupiamo di quanti insetti o lombrichi
schiacciamo sotto i piedi? Una spiegazione più plausibile è che vi siano
scarsissime probabilità che la vita si sviluppi su altri pianeti o che,
sviluppatasi, diventi intelligente.»11 In realtà, in aggiunta a
quanto detto in precedenza, non solo è probabile che altre forme di vita siano
presenti nell’universo, ma è ragionevole pensare che in molti altri pianeti si
siano sviluppate razze intelligenti. Questo è ciò che sostiene anche il fisico
Paul C.W. Davies: «La coscienza, lungi dall’essere un incidente insignificante,
è un tratto fondamentale dell’universo, un prodotto naturale del funzionamento
delle leggi della natura, alle quali è collegata in modo profondo e ancora
misterioso. […] Se questo modo di vedere le cose è giusto, se la coscienza è un
fenomeno basilare che fa parte del funzionamento delle leggi dell’universo,
possiamo supporre che sia emersa anche altrove. La ricerca di esseri alieni può
dunque essere vista come un modo per mettere alla prova l’ipotesi che viviamo
in un universo che non solo è in evoluzione, come dimostra l’emergere della
vita e della coscienza dal caos primordiale, ma in cui la mente svolge un ruolo
fondamentale.»12
In ogni caso, esiste un ultimo, semplicissimo motivo per
cui dovrebbe esistere la vita nell’universo: esso è talmente vasto che se ci fossimo solo noi, sarebbe un grande
spreco di spazio13.
Note:
1.
Secondo
la teoria del Big Bang, con l’espressione orizzonte
cosmico si intende il limite estremo di espansione dell’universo.
2.
La
stima è stata effettuata lo scorso gennaio dagli astronomi americani Pieter van
Dokkum e Charlie Conroy. Fonte: Ansa
3.
NASA trova molti pianeti simili alla Terra
nella zona abitabile, potrebbero avere acqua liquida, articolo pubblicato su Gaianews.
4.
Con
l’espressione Rasoio di Occam, si
indica un principio metodologico espresso nel XIV secolo dal filosofo e frate
francescano inglese William of Ockham, noto in italiano come Guglielmo di
Occam. La metafora del rasoio concretizza
l'idea che sia opportuno, dal punto di vista metodologico, eliminare con tagli
di lama e mediante approssimazioni successive le ipotesi più complicate. In
altri termini, non vi è motivo alcuno per complicare ciò che è semplice. Fonte: Wikipedia
5.
La
sigla sta per Unidentified Flying Object, in italiano: Oggetto volante non
identificato. Per estensione tale sigla viene utilizzata per indicare qualsiasi
avvistamento misterioso.
6.
Pippo
Battaglia -Walter Ferreri, C’è vita
nell’Universo? La scienza e la ricerca di altre civiltà, Torino 2008
7.
Il criterio di falsificabilità afferma che
una teoria, per essere controllabile, e perciò scientifica, deve essere
“falsificabile”: in termini logici, dalle sue premesse di base devono poter
essere deducibili le condizioni di almeno un esperimento che la possa
dimostrare integralmente falsa alla prova dei fatti. Fonte: Wikipedia
8.
Wikipedia,
voce: esobiologia
9.
Steven
J. Dick, Vita nel cosmo. Esistono gli
extraterrestri?, Milano 2002 (ed. originale 1998)
10. La Panspermia
è una teoria scientifica che suggerisce che i semi della vita (in senso
ovviamente figurato) siano sparsi per l'Universo, e che la vita sulla Terra sia
iniziata con l'arrivo di detti semi e il loro sviluppo. È implicito quindi che
ciò possa accadere anche su molti altri pianeti. Per estensione, semi si
potrebbero considerare anche semplici molecole organiche. Una conseguenza della
Panspermia è che la vita, in tutto l'Universo, dovrebbe avere una biochimica
sorprendentemente simile, perché deriverebbe dagli stessi organismi ancestrali.
Fonte: Wikipedia
11.
Stephen
Hawking, L’universo in un guscio di noce,
Milano 2010 (ed. originale 2001)
12.
Paul
C.W. Davies, Siamo soli? Implicazioni
filosofiche della scoperta della vita extraterrestre, Roma-Bari 1998 (1a ed. 1994)
13.
Contact, USA, 1997, regia di Robert Zemeckis