Bem-Vindo a Lisboa

Diario di viaggio, Portogallo 2010

La nostra vacanza è iniziata a Peniche, una tranquilla cittadina che si affaccia sull'oceano Atlantico e vanta enormi spiagge quasi incontaminate dalla presenza dell'uomo (vicino al parcheggio, solo un bar per ristorarsi e nient'altro). Forse per il periodo di fine stagione, abbiamo trovato le spiagge quasi deserte, se non per la presenza di gente locale, qualche turista e molti surfisti intenti a sfidarsi nel domare le grandi e affascinanti onde dell'Atlantico.
Abbiamo scelto Peniche perché qui vive Fatima, un'amica di mia mamma che, davvero gentile, ci ha ospitato per qualche notte e ci ha accompagnato a visitare i luoghi più caratteristici. In ogni caso, a parte un giro a Berlengas (un'isoletta quasi deserta e famosa per le sue splendide grotte sul mare) e una visita a Óbidos, dove abbiamo assaggiato la Ginjinha (il tipico liquore all'amarena), abbiamo passato il nostro tempo in spiaggia: un tuffo nell'acqua gelida e tante ore di tintarella!
I giorni più interessanti della vacanza sono stati senza dubbio quelli passati nella capitale, Lisbona, città romantica e suggestiva per l'aria bohemien che caratterizza le vie e gli edifici del centro storico.
Una particolarità che ci ha colpito al nostro arrivo è stata la tranquillità delle strade, quasi prive di traffico: caratteristica singolare per una capitale, meta di notevole turismo.



GIORNO 1 (07/09/2010)
Sono le quattro di martedì pomeriggio e siamo appena scese dall'autocarro (autobus inter-urbano) che da Peniche ci ha portato alla stazione Sete Rios di Lisbona, situata nella zona periferica settentrionale della città.
Con facilità scendiamo nella metropolitana e anche se all'inizio siamo un po' confuse, riusciamo a raggiungere il nostro alloggio, dopo aver comprato la carta "Via-Viagem", molto comoda per spostarsi in città con bus, metro, i caratteristici eléctricos, i tram del fine '800, e gli elevador, le storiche funicolari. I mezzi pubblici a Lisbona sono molto efficienti e molto usati, sia dai locali che dai turisti, per muoversi attraverso le strade e i vicoletti con pendenze vertiginose (per chi non lo sapesse Lisbona, curiosamente come Roma, è distribuita su sette colli).
Il "Tagus Home" è una guest-house che si trova a pochi passi dalla piazza Marques de Pombal (molto vicina al centro), dove ferma la metropolitana. Una gentile signora ci accoglie calorosamente, pur non conoscendo una parola d'inglese e ci mostra la camera. Essendo veramente economico (circa 27 euro a notte, per due persone) non ci aspettiamo chissà quali cose, ma nonostante le pareti un po' rovinate e l'arredo di altri tempi, rimaniamo piacevolmente stupite dalla cura con cui sono tenute le zone comuni, bagni e cucina.
Dopo esserci sistemate per bene e riposate per qualche momento, decidiamo di cominciare l'esplorazione di Lisbona, girovagando con calma attraverso i quartieri centrali molto "in", Rossio e Chiado. Giunta l'ora di cena inizia la ricerca disperata do un locale che non abbia nel menu solo piatti di carne e pesce e constatiamo che i turisti vegetariani a Lisbona hanno vita difficile!
Stanche e di cattiv'umore, veniamo "agganciate" da una cameriera all'ingresso di un ristorante praticamente vuoto e ingenuamente ci lasciamo convincere ad entrare. Dentro sentiamo subito puzza di fregatura, ma la ragazza, furba, ci obbliga gentilmente a sederci e ormai è fatta. Di sicuro non torneremo mai più al ristorante Storik.
In fretta torniamo a casa (chiamerò così la guest-house per comodità) e finisce la prima di alcune faticose, ma meritevoli giornate.


GIORNO 2 (08/09/2010)
Sveglie di buon ora, scendiamo al bar qui accanto per la colazione, discreta, ma un po' cara. Ansiose di sbirciare nei vicoli stretti e famosi dei quartieri arabi, raggiungiamo il piazzale Martin Moniz, capolinea del famigerato tram n.28, ogni giorno affollato di turisti.
Immediatamente ci affezioniamo a questi piccoli veicoli gialli e al loro "sferragliare" rassicurante: saltiamo a bordo belle pimpanti e non lasciamo il mezzo fino all'altro capolinea. In questo modo attraversiamo le stradine dell'Alfama e della Graça...il piccolo tram arranca per le ripide salite...allunghiamo le mani fuori dal finestrino e sfioriamo i muri...ma ecco che un fratello del tram n.28 ci appare improvvisamente di fronte: lo scontro sembra inevitabile, ma proprio all'ultimo secondo l'autista con abile mossa aziona lo scambio e il nostro mezzo scivola sulle rotaie accanto, passando a pochi centimetri dall'altro tram!
Dunque torniamo verso il centro storico con l'eléctrico n.25 (anche questo fa un bel percorso), ma decidiamo di fermarci al parco di Estrela, piccolo ma dalla vegetazione lussureggiante costituita da affascinanti piante tropicali; dopodichè ci dirigiamo nell'Alfama per visitare la cattedrale Sé Patriarcal che sorge sulle rovine di un'antica moschea e racchiude diversi stili architettonici.
Ormai è ora di pranzo e dopo una breve sosta al miradouro (punto panoramico) di Santa Luzia, ci inerpichiamo per la via che porta al Castello di Sao Jorge, imponente costruzione medievale che sovrasta la città. Lungo la strada ci imbattiamo in un ristorantino dall'aspetto invitante e decidiamo di fermarci: ottima scelta sia per la qualità del cibo, sia per i prezzi.
Nel pomeriggio visitiamo il castello (sorto probabilmente sul primo insediamento di Lisbona) i cui resti più antichi risalgono all'età moresca. Largamente restaurato nel 1930, il castello oggi ospita una "camera obscura" all'interno di uno dei bastioni interni, dove un grande periscopio proietta delle immagini della città.
La meta successiva è l'Igreja do Carmo, chiesa risalente al tardo 1300 che si nota per la mancanza del tetto, crollato a seguito di un forte terremoto nel 1755. Di architettura gotica, l'edificio è molto suggestivo se visitato la sera.
Per questo giorno abbiamo camminato abbastanza, così prendiamo la metro e torniamo a casa per la cena (fare un pasto con qualcosa comprato al supermercato è un buon modo per risparmiare ed essere sicuri di mangiare bene!).
Volendo un'esperienza "Lisbona by night", usciamo di sera per un altro giro sul tram n.28 e qui cominciano le disavventure!
Innanzitutto, arrivate con la metro a Martin Moniz scopriamo che a quest'ora il tram fa un tragitto più breve e non passa di lì, così saltiamo su un autobus che ci porta nel cuore della Graça, che essendo deserta, di notte spaventa un po'... Quando finalmente sentiamo il familiare cigolio del tram, siamo rassicurate e ci godiamo la Lisbona notturna, più tranquilla di una nostra cittadina di provincia!
Scendiamo all'Estrela ed essendo molto tardi, non desideriamo altro che una buona dormita... Forse per questo, guardando la cartina sbaglio a orientarmi e, salite sull'autobus che aspettavamo, alla domanda:"Can you tell us when we arrive in Rua Camillo Branco?", l'autista mi guarda sconsolato come si guarda un malato irrecuperabile e mi dice: "It is the other direction..."
Così ci tocca fare tutto il tragitto fino al capolinea e poi tornare indietro fino alla nostra fermata. Ma non è finita, perchè arrivate a destinazione, non sappiamo più da che parte sia la via della guest-house e dobbiamo farci aiutare da una donna (anche lei sull'autobus) che ci indica la strada da fare: di certo non possiamo chiederlo all'autista,che a giudicare dagli sbadigli che fa ad ogni semaforo, è forse più addormentato di noi!
Tutto bene quel che finisce bene, seppur stanche morte, riusciamo a buttarci sul letto e cadiamo immediatamente in un sonno profondo.



GIORNO 3 (09/09/2010)
Con addosso la stanchezza della notte passata, non riusciamo a svegliarci prima delle 8.30 e ci sentiamo veramente bene solo dopo un'abbondante colazione in una pasticceria vicina, dove gustiamo dei bomboloni alla crema fantastici.
Per goderci la bella mattinata, evitiamo le luci artificiali della metro e raggiungiamo il centro percorrendo a piedi la maestosa Avenida della Liberdade, fresca e ombreggiata, ma dall'aria non proprio salubre essendo piuttosto trafficata, rispetto ad altre vie.
Arrivate a Praça dos Restauradores non possiamo non fare un giro sull'elevador da Gloria, che ci porta al Bairro Alto; lì una sosta al miradouro vicino e poi giù verso il Largo do Chiado, dove si trova il famosissimo Café a Brasileira (all'ingresso di Rua Garrett) che ha festeggiato il centenario nel 2005. Come tutti i turisti, anche mia mamma vuole la foto seduta accanto la statua di Fernando Pessoa, uno dei più famosi poeti portoghesi del XX secolo.
Risaliamo dunque Calçada do Combro per raggiungere l'elevador da Bica, funicolare a mio parere più bella della Gloria, che scende fino a Rua de Sao Paulo. Da lì, giriamo un po' vicino al Tago (il grande fiume che bagna la città), diamo un'occhiata al Mercado da Ribeira dove si vendono frutta, verdura e carni fresche, e pranziamo in uno snack-bar i cui proprietari parlano solo la loro lingua.
Sverniamo al tavolino per una mezz'ora e ne approfittiamo per scrivere le ultime cartoline, dopodiché prendiamo dalla stazione di Cais do Sodré il primo autobus per il quartiere di Belem noto per la torre omonima, il Mosterio dos Jerónimos e un'antichissima pasticceria dai dolcetti (dicono) squisiti, che noi purtroppo non riusciamo ad assaggiare perchè ci manca il tempo, sigh!
La torre di Belem, anche solo vista da fuori, fa un grand'effetto: bella e imponente, unica nel suo genere. Ma il monumento più bello della zona è il monastero, decisamente da non perdere. Consiglio di visitarlo la sera (ma senza tardare troppo perchè chiude alle 6) per evitare orde di turisti e per fare delle foto migliori. Inoltre merita davvero di essere visitato con calma per poter soffermarsi ad osservare i bassorilievi scolpiti nelle colonne del chiostro: misteriose figure animalesche, mostri mitologici, decorazioni floreali ognuna diversa dall'altra...
La sera purtroppo arriva in fretta e dobbiamo prendere l'autobus per tornare a Cais do Sodré e poi a casa. La cena fai-da-te e una doccia rilassante chiudono la giornata.



GIORNO 4 (10/09/2010)
Alle 5.30 suona la sveglia che, a quanto sapevo, avrebbe dovuto suonare alle 6, ma in ogni caso il tempo è giusto per quello che dobbiamo fare: siamo in partenza per Sintra, un fiabesco paesino arroccato in una montagna boscosa a nord-ovest di Lisbona.
Eccoci alla stazione del Rossio, dobbiamo aspettare che apra la biglietteria per acquistare il biglietto combinato treno+autobus da 24 ore (valido per la linea ScottUrb e treni Lisbona-Sintra, Lisbona-Cascais). Siamo un po' agitate, forse perchè siamo a stomaco vuoto e la mamma si tranquillizza solo dopo essere salita sul treno. Il mezzo, che funge da metropolitana di superficie, arriva in fretta a destinazione, passando per tutta la periferia della città.
Finalmente si può fare colazione e beviamo il primo (ed unico!) cappuccino degno di questo nome al bar di fronte alla stazione. Ci incamminiamo poi lungo la strada che porta al centro storico, chiediamo una mappa della zona al punto informazioni e aspettiamo l'autobus che ci porta al Castelo dos Mouros, antica costruzione di pietra costituita da alte mura e torrioni da cui si gode di un ottimo panorama del paesaggio circostante. La visita è abbastanza stancante, soprattutto per i numerosi scalini e sentieri in salita, da affrontare di mattina quando si è ancora freschi.
Ma non si può lasciare Sintra senza essere stati al Palácio da Pena, dai colori sgargianti, che sembra essere uscito da una favola. Il palazzo, che mescola stili arabeggianti ed europei, è stato per tutto il XIX secolo fino all'inizio del XX la residenza estiva dei sovrani del Portogallo ed è oggi una tappa fondamentale per i turisti che arrivano a Sintra. Non bisogna limitarsi ad ammirare l'architettura esterna, perchè il vero tesoro è all'interno, dove gli arredi reali sono conservati intatti e inalterati nel tempo! Uno spettacolo da non perdere, ma che purtroppo non si puo' documentare con foto o filmati.
Per chi ha tempo puo' essere interessante una passeggiata nel parco circostante il palazzo, grande e fresco, ideale per un pic-nic in mezzo al verde.
Sintra ospita molti altri palazzi e parchi di notevole valore artistico, ma il tempo vola e dopo una "simil-pizza" mangiata velocemente in stazione, saltiamo sull'autobus che ci porta a Cabo de Roca che...udite, udite...altro non è che il punto più a Occidente di tutta l'Europa!
Così arriviamo ad una scogliera a picco sul mare, dall'aspetto brullo, che non presenta alcun tipo di vegetazione, se non qualche muschio e piccole piante grasse. La punta è dominata da un alto obelisco che presenta una croce sulla sommità, mentre nella parte inferiore reca la famosa citazione del poeta Camões: "aqui...onde a terra se acaba e o mar começa..." (qui...dove la terra finisce e comincia il mare...). Tutti i turisti vogliono fare la foto accanto alla targa e noi, ovviamente, li imitiamo! E da brave turiste, come potremmo non acquistare l'inutile, ma curioso certificato che attesta di essere stati nel punto più occidentale dell'Europa? Documento senza valore che sarà protagonista della nostra ennesima disavventura serale...Ma pensiamo dopo a questo, perchè giunte alla nostra meta successiva, ci sembra di essere tornate nella riviera romagnola, in una Marina di Ravenna portoghese, perchè così si presenta Cascais, tipica località balneare: tutta negozi di souvenir e ristorantini eleganti.
Siamo arrivate proprio al momento giusto perchè il sole è ormai basso e si appresta a tramontare. E' tempo di una birra per rinfrescarsi un po' dopo le fatiche della giornata e, macchina fotografica alla mano, ci sediamo in riva al mare ad ammirare il tramonto.
Per la cena optiamo per un panino al bar della stazione...e qui avviene il misfatto! Dopo aver pagato, ce ne andiamo tranquille e prendiamo il primo treno per Lisbona, senza minimamente accorgerci di aver dimenticato qualcosa... Solo dopo alcune fermate la mamma chiede: "Beh, dov'è il certificato di Cabo de Roca?"
Panico, disperazione: scendiamo appena si ferma il treno, senza neanche sapere dove siamo perchè il certificato (tenuto in mano essendo troppo grande per essere messo nello zaino) come da copione, l'ho lasciato sul bancone del bar! Risolviamo di tornare subito a Cascais e mentre aspetto il primo treno chiedo alla ragazza della biglietteria se puo' telefonare a Cascais per sapere se qualcuno l'ha trovato, ma niente da fare perchè non ha il numero del bar... L'attesa è snervante, sudiamo freddo in preda al panico...ma no, che dico!! In realtà ridiamo come due pazze fino alle lacrime e la gente ci guarda perplessa!
La situazione diventa ancora più comica a Cascais, dove smuoviamo addirittura il poliziotto di guardia per il nostro:"important document"! Infatti il bar ha chiuso da pochi minuti e l'eroico poliziotto, vedendo in lontananza la macchina del proprietario che sta partendo, si lancia di corsa, gridando di fermarsi! Il barista, che ha trovato e conservato la busta, apre il locale solo per noi e ci consegna il prezioso certificato (diventato "prezioso" per forza, dopo tutto quello che abbiamo fatto per recuperarlo!).
Sollevate e ormai in preda a risate incontrollabili, ci profondiamo in sviscerati ringraziamenti, mentre il poliziotto e il proprietario del bar ci guardano divertiti.
Prendiamo definitivamente il treno per Lisbona, questa volta senza aver dimenticato nulla, e arrivate a casa, un sonno pesante conclude questa epica giornata.


GIORNO 5 (11/09/2010)
Sono gli ultimi giorni della vacanza, perciò ci svegliamo con calma, ancora colte all'improvviso dalle risate per la sera passata...
Per avere una visione completa di Lisbona, prendiamo la metro fino alla Gare d'Oriente, una grande e futuristica stazione situata nella zona dell'Expo, il quartiere moderno e tecnologico della città. Facciamo un salto al gigantesco centro commerciale Vasco de Gama, che conta ben quattro piani di negozi, numerosi locali e pure un cinema, dopodichè ci dedichiamo ad una passeggiata nel il Parque de Naçoes, lungo il Tago. Ammiriamo così un aspetto completamente diverso di Lisbona: qui regnano la tecnologia e il progresso e manca quell'atmosfera così suggestiva che caratterizza il centro.
Dunque scattiamo qualche foto e osserviamo da lontano l'imponente Torre Vasco de Gama, ma non ci fermiamo a visitare l'Oceanario (il grande acquario che in Europa ha tolto il primato a Genova) perchè preferiamo tornare velocemente alla Lisbona "antica".
La nostra meta è la "Feira dos Ladros" (Mercato dei Ladri), un mercato delle pulci senza fine, senza un ordine, senza una logica che, al martedì e al sabato, occupa ben due intere piazze e qualche vicolo nei dintorni della stazione di S.Apolonia. E'caos allo stato puro: si trova tutto e niente, oggetti di ogni età, valore e dimensione, pezzi di ricambio, opere da collezionista, libri, videocassette e pure cartelli stradali! E' grande da perdersi ed esplorarlo sotto il sole cocente di mezzogiorno non è proprio l'idea migliore... Ma ormai siamo qui: l'atmosfera di questo luogo fuori dal tempo ci conquista e, incuranti del caldo, ci infiliamo fra i banchetti (o più spesso teli per terra), ci fermiamo per un pranzo brevissimo, ci ributtiamo nella confusione e infine ne usciamo stremate, ma soddisfatte. Abbiamo anche una sportina in mano: il nostro souvenir è un antico (o almeno così ci ha detto il venditore) giocattolo di legno tradizionale del quale, come è in uso qui, abbiamo contrattato il prezzo.
Torniamo a casa accaldate e facciamo una sosta rigenerante per poi tornare in centro e completare al meglio questa giornata. Ci dirigiamo dunque al Rossio e prendiamo l'elevador Santa Justa, un vero e proprio ascensore in metallo di stile neogotico, dalla cui terrazza si puo' ammirare un panorama della città ineguagliabile, praticamente a 360°! Percorriamo poi il corridoio che unisce l'ascensore al Largo do Carmo e riscendiamo verso la stazione del Rossio, dopo esserci fermate per bere un fresco e dolce succo d'arancia.
La nostra ultima, mitica tappa del giorno (essendo io una ragazzina "flippata musica-dipendente") non puo' essere altro che...l'Hard Rock Café! Più che un bar sembra un museo, ricco di "reperti musicali" come la divisa da ufficiale di uno dei Beatles, i pantaloni di David Bowie, un completo di Elton John, chitarre di musicisti famosissimi e chi più ne ha, più ne metta! La maglietta e il cappellino con la firma del locale sono una spesa quasi obbligata e per fortuna la mamma è ben disposta!
Di nuovo a casa, si cena, si va a letto. Ma purtroppo la partenza si avvicina...

GIORNO 6 (12/09/2010)
Ed è arrivato infine l'ultimo giorno, una domenica, in cui Lisbona ha il fascino particolare di essere praticamente deserta, essendo chiusa la maggior parte di negozi e ristoranti.
L'ultima colazione è d'obbligo farla al famigerato Café A Brasileira, ma come quasi tutti i locali della città, anche il famoso bar non apre prima delle nove. Allora decidiamo di salire un'ultima volta sul nostro caro tram n.28 per far passare il tempo, godendoci il lento risveglio della città e la fresca aria mattutina.
Finalmente al bar, gustiamo le Pasteias de Nata (della stessa ricetta dei dolcetti di Belem!) che giudichiamo squisite! Non possiamo però dimenticare lo storico caffé letterario Nicola, luogo d'incontro dei più famosi poeti e scrittori portoghesi, che si affaccia su Praça Dom Pedro, nel cuore del Rossio: dopo una bica (caffè) lì, risaliamo l'Avenida per raggiungere il Parque Edoardo VII, che un tempo segnava il limite nord della città.
Passeggiamo lungo i sentieri, chiacchieriamo e scattiamo qualche foto...la giornata è afosa, il sole del mezzogiorno spacca le pietre, così troviamo in fretta uno snack-bar dove chiediamo due birrette per rinfrescarci e due tost per riempire lo stomaco. Il barista, perplesso e sospettoso, mi chiede quanti anni ho e mia mamma risponde prontamente: "Seventeen!" (Mi ha regalato un anno "giusto per stare sul sicuro" ahah!). Lui non sembra molto convinto e commenta:"You look younger..."; anche quando ce ne andiamo ha l'aria di guardare una madre snaturata che, insieme alla figlia, forma una coppia di alcolizzate mezze matte!
Questo è l'ultimo fatto interessante della vacanza, perchè il pomeriggio lo passiamo in camera a riposarci e io, per avvantaggiarmi, inizio a scrivere il diario di viaggio, ripercorrendo con il pensiero le avventure di questi giorni indimenticabili!

GIORNO 7 (13/09/2010)
Eccomi qua, ancora mezza addormentata, che scrivo le ultime righe della nostra storia.
Seduta al Gate 21 dell'aeroporto di Lisbona, in attesa del volo che infine mi riporterà a Bologna, osservo la pista d'atterraggio illuminata poco alla volta dal sole nascente.
Divisa tra la nostalgia per la fine dell'estate e la gioia di poter rivedere finalmente tutti i miei amici, concludo il mio racconto augurando a tutti di poter, un giorno, bere un caffè Lisbona, città dai mille colori e aspetti, pulita e accogliente, semplicemente meravigliosa!