giovedì 25 novembre 2010

Never let me go

ATTENZIONE:  Quella che segue non è propriamente una recensione del romanzo Non Lasciarmi di Kazuo Ishiguro, ma piuttosto un commento, perciò contiente SPOILERS.
Se non avete letto questo romanzo meraviglioso, lasciate perdere il post e affrettatevi a leggere il libro perchè merita veramente (e ovviamente dopo tornate qui a leggere quello che ho scritto! :P).


Immaginate di avere dodici o tredici anni e di vivere in un collegio magnifico e isolato, immerso nelle colline inglesi. Per quel che ricordate, avete sempre vissuto lì insieme ad altre decine di ragazzi più o meno giovani di voi, costantemente sorvegliati da alcuni “tutori” che vi insegnano tutto ciò che dovete sapere. Vi ripetono sempre che dovete stare molto attenti alla vostra salute, che dovete comportarvi in modo dignitoso e che dovete sforzarvi di essere creativi. Naturalmente nel corso della vostra infanzia avete stretto una profonda amicizia con alcuni compagni e avete sviluppato simpatie ed antipatie verso i tutori.
Insomma, fin qui la vostra vita, come quella di Kathy, Ruth e Tommy, può sembrare una vita tipica di un orfano relativamente fortunato. Ma questi tre studenti di Hailsham, protagonisti del commovente romanzo di Kazuo Ishiguro, Non Lasciarmi, non hanno nulla a che vedere con gli orfani.
E’ Kathy, ormai adulta, a narrare ai lettori la sua vita, quasi come si stesse confidando con una persona conosciuta e fidata. I primi episodi che ci racconta – il suo primo incontro con Ruth, il carattere difficile di Tommy, lo strano comportamento dei tutori – sono caratterizzati da un certo “disordine” cronologico, come se i ricordi più lontani della sua infanzia cominciassero a diventare confusi e le fosse difficile organizzare bene il pensiero; solo successivamente la storia diventa più lineare.
Kathy, Ruth e Tommy, come tutti i loro compagni di Hailsham, sono destinati a diventare “assistenti” e “donatori”, sono stati creati per questo scopo e ne sono consapevoli. Sanno anche che è molto importante riuscire a realizzare bei disegni e belle poesie, perché queste loro opere possano trovare posto nella misteriosa Galleria di Madame. Per loro tutto questo è normale e la loro vita non sembra diversa da quella di qualunque altro adolescente: le amicizie infantili si evolvono in sentimenti più profondi, a grandi gioie si alternano momenti di sconforto, i rapporti sono fragili e le emozioni forti. Ma, inesorabile, si avvicina il momento di lasciare Hailsham e negli ultimi anni al collegio si crea un’atmosfera di tensione fra gli studenti, i tutori infatti sembrano restii ad affrontare alcuni argomenti, soprattutto riguardo al futuro dei ragazzi, a quello che li aspetterà quando dovranno affrontare il “mondo fuori”.
La verità si scopre quasi per caso, come se fosse una cosa ovvia e conosciuta fin dall’inizio della storia ed è forse proprio per questo che ci colpisce in modo così violento: studente non è altro che una parola più gentile per parlare di un clone, destinato in età adulta a donare i propri organi vitali. La crudeltà e l’assurdità di tutto ciò ci sconvolge e, sebbene avessimo subito intuito la presenza di un segreto inquietante dietro alla parola “donazione”, ci ritroviamo ora a considerare le vite dei protagonisti sotto una luce completamente diversa.
Dopo aver trascorso ogni passo della vita di Kathy, Ruth e Tommy e aver condiviso con loro tutte le gioie, le preoccupazioni, lo sconforto, la rabbia e soprattutto l’amore, improvvisamente scopriamo che sono diversi da noi e non riusciamo a capacitarci di come ciò sia possibile.
Bene, è proprio questa sensazione che vuole farci provare Ishiguro, per farci riflettere su una domanda già affrontata molte volte dalla filosofia – cosa rende tale un “essere umano”? – e per condannare attraverso la metafora dei cloni, le discriminazioni sociali. Parallelamente a questo, lo scrittore ci comunica una forte preoccupazione riguardo allo sviluppo tecnologico, che potrebbe portare la scienza ad un carattere amorale e spregiudicato, se non venisse adeguatamente controllato.
Nonostante questo quadro tetro della società, nel romanzo chiusa e statica, sembra che una speranza ci sia: ciò che unisce tutti e supera ogni barriera è l’amore, in tutte le sue forme.
Non è mai troppo tardi per amare.


A febbraio uscirà nelle sale italiane il film tratto da questo romanzo, diretto dal regista americano Mark Romanek.
 


lunedì 22 novembre 2010

Ahi, che Dolores!

Noooo! Ecco qual è la sua vera identità!
Ora sì che ho paura...

Scienza e saggezza: una collaborazione vincente

In un’intervista del 2006, pubblicata da Il Corriere della Sera, la scienziata Rita Levi Montalcini ha affermato: 
“La conoscenza è per definizione un bene – forse il bene primario dell’uomo – perché senza di essa non possono esistere le altre libertà fondamentali a cui ci si appella di continuo. Gli scienziati non detengono il monopolio della saggezza. La soluzione dei problemi che affliggono il genere umano, fino a porne in pericolo la sopravvivenza, spettano in pari misura a filosofi, uomini di religione, educatori.”
Questa riflessione, pur dimostrando grande saggezza, non è completamente corretta.
Senza dubbio solo la conoscenza può garantire l’autonomia, cioè la base della vera libertà degli uomini: solo chi riesce a pensare e ad agire in modo autonomo, chi esce dagli schemi, chi non ha paura di essere diverso si può definire libero. Se si permette ad altre persone di condizionare la propria esistenza, si perde subito l’amata libertà, infatti l’influenza del pensiero altrui può far compiere delle azioni di cui in seguito è facile pentirsi. Essere condizionati da qualcuno significa essere alla sua mercé. Dunque, l’unico modo per liberarsi di tutte le influenze è quello di conoscere quanto più è possibile, essere consapevoli di ciò che ci sta intorno. Solo quando si raggiunge un alto livello di comprensione e conoscenza di tutte le cose si può pensare liberamente, nel vero senso della parola, perché solo a quel punto si riescono a capire e ad evitare gli errori degli altri.
Ritornando all’affermazione della Montalcini, è sicuramente corretto pensare che gli scienziati non siano le uniche persone sagge. Come tutti gli esseri umani, gli scienziati hanno la possibilità di sbagliare, sia per quanto riguarda la loro attività, sia per quanto riguarda le loro convinzioni o riflessioni, tant’è vero che alcune delle teorie di Einstein, forse lo scienziato più famoso della storia e una mente geniale, sono state ultimamente smentite. Inoltre non si può legare strettamente il concetto di saggezza ad altri come intelligenza o sapienza poiché al mondo ci sono persone sagge che non sono particolarmente colte o intelligenti e purtroppo ci sono molte persone con grandi capacità, ma che agiscono senza saggezza.
Quando la Montalcini si riferisce ai “problemi che affliggono il genere umano”, il concetto non risulta molto chiaro. Innanzitutto sarebbe necessario specificare meglio di cosa si sta parlando: problemi legati all’ambiente, alla società o più generalmente a entrambi? E’ più probabile quest’ultima opzione considerando il fatto che i più gravi problemi dell’umanità (guerre lunghe e sanguinose, povertà ben oltre i limiti della dignità, eventi climatici disastrosi) dipendono contemporaneamente da condizioni ambientali e sociali. Inoltre non è del tutto esatto che principalmente, o solamente, filosofi, religiosi ed educatori debbano occuparsi dei problemi del genere umano. I filosofi possono sì elaborare teorie e possibili soluzioni, ma hanno anche sicuramente bisogno di persone con le capacità e la possibilità di metterle in pratica. I religiosi dovrebbero trasmettere i giusti valori e difendere i deboli, ma non sempre si impegnano in nel loro compito e in ogni caso questo non basterebbe a risolvere i problemi maggiori. Infine gli insegnanti hanno l’importante responsabilità di educare le nuove generazioni, compito difficile, ma assolutamente necessario affinché la conoscenza non vada perduta e con essa la libertà. Purtroppo anche l’impegno degli insegnanti non può, da solo, salvare l’umanità. Dunque la soluzione totale dei problemi non è un’utopia, ma si può ottenere solo con un grande lavoro di collaborazione e cooperazione fra diverse categorie di persone, e il maggior sforzo dovrebbe essere compiuto da coloro che guidano le comunità, i quali spesso pensano più all’interesse personale che al benessere e alla salute della società.

venerdì 19 novembre 2010

Teoria dell'attesa

"Il tempo scolastico scorre più lentamente man mano che avanza"

Pensateci...ma quanto sono lunghi i cinque minuti prima del suono della campanella?!
:D

domenica 14 novembre 2010

Ricchi e poveri

I ricchi
Il loro scopo nella vita: aumentare sempre di più le loro ricchezze.
La loro occupazione più impegnativa: dimostrare agli altri di essere ricchi.
Ciò cha amano sentirsi dire: beato te!
Il loro gioco preferito: chi è più ricco vince!
La loro maggiore preoccupazione: perdere qualche ricchezza.
Il loro motto preferito:  i soldi fanno la felicità.
La loro frase più sincera: posso permettermelo.
La loro frase più ipocrita: vorrei che ci fosse più uguaglianza nel mondo.
La loro frase più ipocrita (2): tutto questo è frutto di un onesto lavoro.

I poveri
Il loro scopo nella vita: essere felici ed aiutare gli altri ad esserlo.
La loro occupazione più impegnativa: sopravvivere.
Ciò che amano sentirsi dire: grazie.
Il loro gioco preferito: giocare a pallone.
La loro maggiore preoccupazione: pagare le bollette.
Il loro motto preferito: domani è un altro giorno.
La loro frase più sincera: quello che ho è frutto di un onesto lavoro.
La loro frase più ipocrita: anche i ricchi piangono.

E voi come vi considerate?

venerdì 12 novembre 2010

Misteri del passato

Cari lettori, oggi tratterò un argomento tanto affascinante quanto misterioso, a cui mi sono interessata qualche tempo fa.
Sto parlando degli “oggetti impossibili” conosciuti anche con la sigla OOPARTS (dall’inglese Out of Place Artifacts, ovvero “manufatto fuori luogo”). Con questo termine si indica una serie di reperti archeologici e paleontologici che, malgrado siano attribuiti a determinati periodi storici dalle datazioni ufficiali, presentano caratteristiche singolari che rimandano ad epoche molto posteriori. Sparsi per tutto il mondo, si possono contare centinaia di questi ritrovamenti impossibili, perciò mi limiterò a scrivere qualcosa sui più noti e i più curiosi.
Forse qualcuno di voi avrà sentito parlare del meccanismo di Antikythera. All’apparenza un blocco di ruggine, nasconde sotto le incrostazioni alcuni denti di ingranaggi costruiti con sorprendente precisione, in bronzo. Assomigliando ad un orologio moderno, non ha nulla di strano…eccetto il fatto che sia stato rinvenuto, nel 1900, in una nave affondata intorno all’80 a.C. L’oggetto, trovato non lontano dall’isola di Antikythera (vicino a Creta), è stato successivamente portato al Museo Nazionale di Atene dove è stato studiato e analizzato. Ed ecco com'è stato scoperto un computer astronomico in grado di determinare le relazioni tra il Sole, la Luna, la Terra e le stelle, costruito dagli antichi Greci!
Un altro oopart abbastanza conosciuto è la mappa di Piri Reis. Si tratta di una carta nautica disegnata dall’omonimo ammiraglio turco agli inizi del 1500, che rappresenta parte dell’Europa, dell’Africa e dell’America, nonché l’Antartide. Particolare sorprendente considerando innanzitutto che il continente antartico è stato scoperto solo nel 1818, inoltre nella mappa è disegnato completamente libero dai ghiacci: una visione possibile solo tra il 15000 e il 4000 a.C. E infine, chi era in grado nel XVI secolo di tracciare una mappa talmente precisa da avere scarti inferiori ad un grado?
Se ancora siete scettici, sentite questa… In Zambia, nel 1921 è stato ritrovato un teschio umano, databile a 38.000 anni fa, con un foro perfettamente circolare sulla parete sinistra. Oggi il teschio si trova al Museo di Storia Naturale di Londra e osservandolo si può notare come siano assenti le spaccature radiali intorno al foro, tipiche di una ferita di lancia o freccia. Per di più, la parete opposta sembra essere rotta, ma dall’interno: un fenomeno che può essere causato solamente da un’arma da fuoco, come un fucile. Ma ditemi voi cosa ci faceva un fucile nel Paleolitico…
Per finire, alcuni oggetti impossibili meno famosi, ma non per questo meno interessanti.
In una statuetta preistorica risalente a 17.000 anni fa, ritrovata nella Sierra Leone, è stata individuata, tramite radiografia, una piccola sfera di acciaio cromato. Sulle rive del fiume Narada, in Russia, sono stati rinvenuti oggetti microscopici in oro, di età compresa fra i 20 e i 300.000 anni: la loro grandezza varia da 3cm a 3 micron (nanotecnologia?). Nella gamba della mummia del faraone Usermontu (656 a.C. -525 a.C.) è stata scoperta una protesi in ferro puro. Dentro ad un blocco di lignite (un carbon fossile creatosi nel secondario e nel terziario) è stato trovato da un operaio austriaco un cubo di acciaio di 67x67x67 millimetri.
Ognuno di questi ritrovamenti ha una propria storia, ma non voglio annoiarvi…perciò se vi è piaciuto questo articolo e sono riuscita ad incuriosirvi un po’, vi consiglio di approfondire l’argomento, perché ne scoprirete delle belle!
(sotto a sinistra: meccanismo di Antikythera; a destra: mappa di Piri Reis)



domenica 7 novembre 2010

Up - sogni che volano



Una delle mie scene preferite di questo stupendo film d'animazione!
Consigliato per la dolcezza, il divertimento, i colori, l'avventura, i temi profondi, la colonna sonora e soprattutto... "Scoiattolo!"

n.b Il nome del cane non è Doug (come scritto nel video) ma Dug.

martedì 2 novembre 2010

Il lama Frank

Un saluto al nuovo arrivato, Frank, che d'ora in avanti farà compagnia a chi visiterà il mio blog! :D
Vi chiederete: ma perchè proprio un lama?