In
un’intervista del 2006, pubblicata da Il Corriere della Sera, la scienziata
Rita Levi Montalcini ha affermato:
“La conoscenza è per definizione un bene – forse il bene primario dell’uomo – perché senza di essa non possono esistere le altre libertà fondamentali a cui ci si appella di continuo. Gli scienziati non detengono il monopolio della saggezza. La soluzione dei problemi che affliggono il genere umano, fino a porne in pericolo la sopravvivenza, spettano in pari misura a filosofi, uomini di religione, educatori.”
Questa
riflessione, pur dimostrando grande saggezza, non è completamente corretta.
Senza
dubbio solo la conoscenza può garantire l’autonomia, cioè la base della vera
libertà degli uomini: solo chi riesce a pensare e ad agire in modo autonomo,
chi esce dagli schemi, chi non ha paura di essere diverso si può definire
libero. Se si permette ad altre persone di condizionare la propria esistenza,
si perde subito l’amata libertà, infatti l’influenza del pensiero altrui può
far compiere delle azioni di cui in seguito è facile pentirsi. Essere
condizionati da qualcuno significa essere alla sua mercé. Dunque, l’unico modo
per liberarsi di tutte le influenze è quello di conoscere quanto più è possibile,
essere consapevoli di ciò che ci sta intorno. Solo quando si raggiunge un alto
livello di comprensione e conoscenza di tutte le cose si può pensare
liberamente, nel vero senso della parola, perché solo a quel punto si riescono
a capire e ad evitare gli errori degli altri.
Ritornando
all’affermazione della Montalcini, è sicuramente corretto pensare che gli
scienziati non siano le uniche persone sagge. Come tutti gli esseri umani, gli
scienziati hanno la possibilità di sbagliare, sia per quanto riguarda la loro
attività, sia per quanto riguarda le loro convinzioni o riflessioni, tant’è
vero che alcune delle teorie di Einstein, forse lo scienziato più famoso della
storia e una mente geniale, sono state ultimamente smentite. Inoltre non si può
legare strettamente il concetto di saggezza ad altri come intelligenza o sapienza
poiché al mondo ci sono persone sagge che non sono particolarmente colte o
intelligenti e purtroppo ci sono molte persone con grandi capacità, ma che
agiscono senza saggezza.
Quando
la Montalcini si riferisce ai “problemi che affliggono il genere umano”, il
concetto non risulta molto chiaro. Innanzitutto sarebbe necessario specificare
meglio di cosa si sta parlando: problemi legati all’ambiente, alla società o
più generalmente a entrambi? E’ più probabile quest’ultima opzione considerando
il fatto che i più gravi problemi dell’umanità (guerre lunghe e sanguinose,
povertà ben oltre i limiti della dignità, eventi climatici disastrosi)
dipendono contemporaneamente da condizioni ambientali e sociali. Inoltre non è
del tutto esatto che principalmente, o solamente, filosofi, religiosi ed
educatori debbano occuparsi dei problemi del genere umano. I filosofi possono
sì elaborare teorie e possibili soluzioni, ma hanno anche sicuramente bisogno
di persone con le capacità e la possibilità di metterle in pratica. I religiosi
dovrebbero trasmettere i giusti valori e difendere i deboli, ma non sempre si
impegnano in nel loro compito e in ogni caso questo non basterebbe a risolvere
i problemi maggiori. Infine gli insegnanti hanno l’importante responsabilità di
educare le nuove generazioni, compito difficile, ma assolutamente necessario
affinché la conoscenza non vada perduta e con essa la libertà. Purtroppo anche
l’impegno degli insegnanti non può, da solo, salvare l’umanità. Dunque la
soluzione totale dei problemi non è un’utopia, ma si può ottenere solo con un
grande lavoro di collaborazione e cooperazione fra diverse categorie di persone,
e il maggior sforzo dovrebbe essere compiuto da coloro che guidano le comunità,
i quali spesso pensano più all’interesse personale che al benessere e alla
salute della società.
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