lunedì 22 novembre 2010

Scienza e saggezza: una collaborazione vincente

In un’intervista del 2006, pubblicata da Il Corriere della Sera, la scienziata Rita Levi Montalcini ha affermato: 
“La conoscenza è per definizione un bene – forse il bene primario dell’uomo – perché senza di essa non possono esistere le altre libertà fondamentali a cui ci si appella di continuo. Gli scienziati non detengono il monopolio della saggezza. La soluzione dei problemi che affliggono il genere umano, fino a porne in pericolo la sopravvivenza, spettano in pari misura a filosofi, uomini di religione, educatori.”
Questa riflessione, pur dimostrando grande saggezza, non è completamente corretta.
Senza dubbio solo la conoscenza può garantire l’autonomia, cioè la base della vera libertà degli uomini: solo chi riesce a pensare e ad agire in modo autonomo, chi esce dagli schemi, chi non ha paura di essere diverso si può definire libero. Se si permette ad altre persone di condizionare la propria esistenza, si perde subito l’amata libertà, infatti l’influenza del pensiero altrui può far compiere delle azioni di cui in seguito è facile pentirsi. Essere condizionati da qualcuno significa essere alla sua mercé. Dunque, l’unico modo per liberarsi di tutte le influenze è quello di conoscere quanto più è possibile, essere consapevoli di ciò che ci sta intorno. Solo quando si raggiunge un alto livello di comprensione e conoscenza di tutte le cose si può pensare liberamente, nel vero senso della parola, perché solo a quel punto si riescono a capire e ad evitare gli errori degli altri.
Ritornando all’affermazione della Montalcini, è sicuramente corretto pensare che gli scienziati non siano le uniche persone sagge. Come tutti gli esseri umani, gli scienziati hanno la possibilità di sbagliare, sia per quanto riguarda la loro attività, sia per quanto riguarda le loro convinzioni o riflessioni, tant’è vero che alcune delle teorie di Einstein, forse lo scienziato più famoso della storia e una mente geniale, sono state ultimamente smentite. Inoltre non si può legare strettamente il concetto di saggezza ad altri come intelligenza o sapienza poiché al mondo ci sono persone sagge che non sono particolarmente colte o intelligenti e purtroppo ci sono molte persone con grandi capacità, ma che agiscono senza saggezza.
Quando la Montalcini si riferisce ai “problemi che affliggono il genere umano”, il concetto non risulta molto chiaro. Innanzitutto sarebbe necessario specificare meglio di cosa si sta parlando: problemi legati all’ambiente, alla società o più generalmente a entrambi? E’ più probabile quest’ultima opzione considerando il fatto che i più gravi problemi dell’umanità (guerre lunghe e sanguinose, povertà ben oltre i limiti della dignità, eventi climatici disastrosi) dipendono contemporaneamente da condizioni ambientali e sociali. Inoltre non è del tutto esatto che principalmente, o solamente, filosofi, religiosi ed educatori debbano occuparsi dei problemi del genere umano. I filosofi possono sì elaborare teorie e possibili soluzioni, ma hanno anche sicuramente bisogno di persone con le capacità e la possibilità di metterle in pratica. I religiosi dovrebbero trasmettere i giusti valori e difendere i deboli, ma non sempre si impegnano in nel loro compito e in ogni caso questo non basterebbe a risolvere i problemi maggiori. Infine gli insegnanti hanno l’importante responsabilità di educare le nuove generazioni, compito difficile, ma assolutamente necessario affinché la conoscenza non vada perduta e con essa la libertà. Purtroppo anche l’impegno degli insegnanti non può, da solo, salvare l’umanità. Dunque la soluzione totale dei problemi non è un’utopia, ma si può ottenere solo con un grande lavoro di collaborazione e cooperazione fra diverse categorie di persone, e il maggior sforzo dovrebbe essere compiuto da coloro che guidano le comunità, i quali spesso pensano più all’interesse personale che al benessere e alla salute della società.

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