mercoledì 7 settembre 2011

Accabadora



Una terribile responsabilità grava sulle spalle dell’Accabadora, il cui passaggio per la strada suscita, ora più che mai, un coro di bisbigli fra le genti di Soreni.
Bonaria Urrai, anziana sarta dall’aspetto severo e composto, ha preso a fill’e anima la piccola Maria, per amarla come una vera figlia e non solo come «l’ultima» di quattro sorelle. Mentre il paese è tutto un vociferare, il rapporto fra donna e bambina si fa giorno dopo giorno più profondo, destinato ad oltrepassare i confini del legame famigliare. Ma cosa si nasconde dietro alle misteriose uscite notturne di Tzia Bonaria? Maria non lo potrebbe mai immaginare, eppure tutti sanno che l’Accabadora, colei che finisce, porta a termine le sofferenze di molti. Per questo l’anziana donna viene accolta in ogni casa con sguardi di dolore e paura, ma anche di rispetto e gratitudine.
Per questo il suo rapporto con Maria rischia di essere per sempre compromesso.
Michela Murgia, nata a Cabras (Sardegna) nel 1972, racconta gli anni ’50 di una terra che oggi non è ancora Italia a tutti gli effetti. Ancora forti sono il sentimento d’identità del popolo sardo e la reciproca diffidenza fra isolani e continentali, ma ecco finalmente un libro che riesce ad avvicinare queste realtà. Finalmente un mondo che nasconde la propria debolezza dietro grandi palazzi e strade dritte ne scopre uno ancora avvolto in un mantello di magia e superstizione. Proprio da questo incontro nasce un romanzo estremamente delicato e poetico.
Non una parola superflua si trova in Accabadora, una storia inventata che non potrebbe essere più vera. Non una frase ‘strappalacrime’ in una storia che commuove e dovrebbe far piangere.
Non solo scrittrice è Michela Murgia, ma soprattutto maestra di vita: impariamo da lei l’umiltà perché «non c’è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada».

2 commenti:

  1. Wow,mi sembra quasi impossibile trovare la recensione di un libro sardo su un blog...non ho mai letto questo libro, ma conosco la figura dell' "acabbadora"...da sarda ti faccio i miei complimenti...bacio

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  2. Grazie! Eheheh... Io sono un'appassionata della Sardegna, sono andata in vacanza nell'Iglesiente parecchie volte e non vedo l'ora di poterci tornare ^_^
    A presto e grazie per la visita, ricambierò!

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