domenica 31 marzo 2013

Stuff dreams are made of



Silenzio poi uno squillo di telefono un martellare nella testa drin tic drin toc rumori dallo spazio profondo: stuff dreams are made of a metà fra la veglia e il sonno formulo pensieri che sfuggono e non diventano immagini ma ombre chissà perché mi chiedo e penso ancora questo è il sogno o la realtà qual è il confine cerco di afferrare l’attimo impossibile ma la mente oscilla come un pendolo tic toc tic toc drin tic drin toc un telefono rumori dallo spazio profondo ecco questa forse è la linea invisibile due mondi separati stanno per toccarsi ecco sono ormai vicini e invece no altri pensieri arrivano come onde di un mare impazzito questo non è ancora il sogno e allora immagino persone immagino dialoghi poi una voce a cui rispondo la più bella delle voci ma svanisce in un sussurro un soffio che ora è un vento un fruscio di pagine è questo il sogno mi chiedo all’improvviso però sento il morbido guanciale ero ad un passo dunque ad un passo dal confine ma come lo raggiungo come posso percepire il passaggio è un’ossessione questa un martellare nella testa drin suona davvero questo telefono suona o lo sto immaginando mi chiedo tic toc tic toc è un pendolo non un telefono rumori dallo spazio profondo, drin sicuramente un telefono ma perché nessuno risponde tic toc no è un pendolo è senza dubbio un pendolo drin telefono tic pendolo drin telefono toc pendolo drin tic drin toc rumori dallo spazio profondo…




[Ok, esperimento letterario di dubbia riuscita, ispirazione nata direttamente dagli sbadigli davanti al pc, ho cercato di esprimere la confusione di pensieri di chi sta per addormentarsi e cerca invano di cogliere l'attimo inafferrabile fra il sonno e la veglia]


The Stuff that Dreams are made of  - John Anster Fitzgerald


1 commento:

  1. The bells of Saint John are ringing.
    Perdonami, ma dovevo dirlo! Interessante esperimento, mi ha ricordato i momenti in cui mi sveglio improvvisamente da un sonno leggero e mi domando perché ho sussultato nel sonno.
    Voglio un po' di poesia futurista la prossima volta, eheh!

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