sabato 7 luglio 2012

Fascino e scaltrezza, le vie per il successo


Bel-Ami
di Guy de Maupassant
 
Molti critici hanno individuato nelle vicende di Georges Duroy, protagonista del celeberrimo romanzo di Maupassant “Bel-Ami”, un legame non indifferente con la vita dell’autore. Lo stesso Maupassant disse: «Bel-Ami sono io», riprendendo ironicamente la nota affermazione di Gustave Flaubert a proposito della sua Madame Bovary. Sicuramente, nella vita sregolata e nel carattere forte di Duroy si possono riscontrare alcuni elementi biografici dello scrittore, ma Maupassant allontana ben presto il personaggio dalla propria immagine, connotandolo piuttosto negativamente.
Duroy, arrampicatore sociale dall’atteggiamento quasi machiavellico, non conquista le simpatie del lettore, che pur lo guarda con una certa ammirazione per la sua scaltrezza. Nell’alta società parigina di fine ‘800, tutta scandali ed intrighi politici di ogni sorta, Duroy trova la sua strada facendo uso di una furbizia innata e di un irresistibile fascino. Tutte le donne cadono ai suoi piedi, travolte da una inspiegabile passione per quel giovanotto pieno di charme. Ma Duroy, così bravo nelle lusinghe, non è mosso da alcun sentimento nobile: «Tutte le donne sono puttane, bisogna usarle e non concedere nulla di sé […] L’egoismo per l’ambizione e per il successo vale più dell’egoismo per la donna e per l’amore». Ciò che realmente conta per il protagonista non è altro che il trionfo economico e sociale, tutto il resto è uno strumento per la propria ascesa.
Sebbene Duroy esca vincitore da questa lotta – è forse in questo che Maupassant si identifica, nella rapida fortuna del suo personaggio? – si può notare che una certa irrequietezza accompagna il giovane durante il corso della storia. Si tratta di un’ansia persistente di raggiungere sempre più alti obbiettivi, un’insoddisfazione della propria condizione che spinge Duroy a privarsi di ogni scrupolo per garantirsi una posizione migliore in società. Raggiunto infine l’apice del successo, «ubriaco d’orgoglio», sembra aver trovato la pace agognata. Ma viene da domandarsi quanto ancora durerà la sua tranquillità, se la sua fortuna sarà portatrice di una vera felicità o se l’euforia del momento non sarà soltanto una gioia passeggera.
Questa indagine psicologica, unita ad una critica generale verso la società di mondo fa di “Bel-Ami” un romanzo più profondo di quanto possa apparire ad un lettore poco attento.

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