Ancora
una volta Murakami lascia il segno, facendo emergere la sua fantasia visionaria
tra le righe di un romanzo caratterizzato da un’estrema delicatezza. Ne La ragazza dello sputnik si rivela
infatti tutta l’abilità dello scrittore giapponese che, con onestà e
naturalezza, affronta un argomento considerato tabù per molte culture e
religioni, inserendolo in una dimensione di sogno e mistero.
La
giovane Sumire, aspirante scrittrice di romanzi, è perdutamente innamorata
della bellissima Myu, donna matura e già sposata. Myu però non può ricambiare perché
qualcosa legato al suo passato l’ha cambiata per sempre, rendendola la metà di se stessa. Nell’intreccio si
inserisce anche l’io narrante del romanzo, personaggio senza nome nel ruolo del
migliore amico e confidente di Sumire, innamorato della ragazza e, ovviamente,
non ricambiato. Sembra un empasse, un vicolo cieco, ma Sumire trova una via
d’uscita (o un’entrata?) perché «se si segue la logica, la soluzione è
piuttosto semplice. Basta sognare. Entrare nel mondo dei sogni e non uscirne
più.» Forse è proprio questa la chiave del mistero, forse in un altro mondo
Sumire e Myu potranno incontrarsi mettendo fine al loro volo di satelliti
solitari…
Chi
ha letto altri romanzi di questo autore dalla sorprendente capacità narrativa ne
riconoscerà lo stile inconfondibile, ricco di descrizioni minuziose di luoghi e
persone e contraddistinto da una sincerità libera da ogni malizia nel trattare
il tema del sesso e dell’amore. Non solo, perché ne La ragazza dello sputnik si ritrovano anche molti temi cari allo
stesso Murakami, tra i quali il più importante, e di certo il più affascinante,
è quello della dicotomia tra corpo e coscienza, tra fisico e immateriale, di
cui i personaggi sono spesso vittime. ‘Vittime’ in quanto tale bipartizione non
è mai un beneficio, bensì un ostacolo insormontabile, un destino a cui
arrendersi. Ma viene da chiedersi se la resa non sia invece la scelta
volontaria di accettare se stessi, per ciò che si è, e la propria vita, per
quanto banale possa sembrare.
Ed
ecco come affiora nuovamente e con forza il gusto per l’onirico e il
soprannaturale, elemento essenziale dello stile di Murakami. Lo scrittore,
scavando a fondo nell’anima dei personaggi, e rendendo sempre più sottile il
confine fra sogno e realtà, crea un’opera di profonda introspezione psicologica
che, con un magico tocco di suspense, conquista il lettore fin dalle prime
pagine.
Frasi più belle
«Però, se mi è concessa un’osservazione banale, in questa
vita imperfetta abbiamo bisogno anche di
una certa quantità di cose inutili. Se tutte le cose inutili sparissero,
sarebbe la fine anche di questa nostra imperfetta esistenza.»
«La comprensione non è altro che una serie di
fraintendimenti.»
«Un silenzio che non offre promesse continua a riempire lo
spazio all’infinito.»
daro' un occhio in bliblioteca! grazie!
RispondiEliminaPer me è stato uno dei più bei libri letti di Murakami, perchè si fonda essenzialmente su tre personaggi, senza quasi null'altro intorno, se non la loro solitudine. Ognuno cerca l'altro, ma nessuno dei tre riesce ad incontrare veramente, in modo integrale, l'altro.
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