Capolavoro della narrativa
distopica, 1984 è divenuto ormai un
classico della letteratura inglese del XX secolo. Realizzato tra il 1946 e il
1948, il romanzo porta un titolo allusivo quanto provocatorio, ottenuto dallo
scambio delle cifre finali dell’anno stesso in cui è stato completato: con
questo espediente, lo scrittore George Orwell (pseudonimo per Eric Arthur
Blair) sembra voler porre un monito alla società del tempo, appena uscita dal
secondo devastante conflitto mondiale e agli albori della guerra fredda. 1984, infatti, proietta il lettore in
una realtà distorta, un mondo corrotto in cui regnano l’odio e la paura,
nient’altro che le basi per un totalitarismo “perfetto”.
«Che cosa succede, se il
passato e il mondo esterno esistono solo nella vostra mente e la vostra mente è
sotto controllo?» Si chiede Winston, il protagonista, durante una delle sue
tante riflessioni. Basta questo per renderlo incriminabile di psicoreato, egli ne è consapevole. Allo
stesso tempo però, sa di essere nel giusto, sa che il Socing è solamente un insieme di menzogne e cova segretamente il
folle desiderio di una rivolta di massa. Winston è ‘l’ultimo eroe’, che insieme
alla compagna Julia, crede ancora nell’amore, nella libertà e nella dignità
umana, valori destinati a scomparire per sempre a opera della neolingua, l’idioma ufficiale del
Partito, che ha lo scopo di eliminare tutti i termini “non necessari” insieme
ai loro concetti. Ma questo è solo uno dei numerosi strumenti di controllo del
Grande Fratello, la mente onnisciente e onnipotente al vertice della gerarchia
dello stato di Oceania. Essa è in continua guerra con l’Eurasia o l’Estasia, le
altre due super potenze in cui è diviso il pianeta, ma poco importa quale sia
il nemico e quale l’alleato, perché il passato, recente e lontano, è
perfettamente modificabile e il Grande Fratello è da sempre e sempre sarà
infallibile e vittorioso.
Questa angosciante
considerazione accompagna il lettore per tutta la durata della narrazione che,
pur essendo ricca di colpi di scena, presenta una fluidità sorprendente e rende
il romanzo scorrevolissimo, quasi a creare un contrasto con la gravità dei temi
trattati. 1984 è infatti un grido silenzioso, un’accusa feroce ai regimi
totalitari, sia di stampo nazi-fascista che comunista, intenzionati a piegare
tutta la popolazione al volere di una ristretta casta privilegiata. Ma cosa può
fare un uomo solo, di fronte ad un potere illimitato e senza scrupoli? La
risposta non lascia speranze: soccombere, ed accettare che 2+2=5.
Uno dei libri più belli che ho letto. Uno di quelli in grado di aprirti la mente e farti ragionare.
RispondiEliminaLo leggero' presto!!!
RispondiEliminaE io vedrò HP7 prima di te! Mwahaha!! Saluti dal mare di Punta (e da parte della Marty) :)
RispondiEliminaL'ho già visto!!!
RispondiEliminaNo, purtroppo no, quanto ti invidio!!!
Oh, che brutto! E' finito tutto! E adesso cosa faro'?? L'unica cosa che potro' fare sara' rimembrare! Che peccato...:______(
RispondiEliminaP.s: la linea e' il fiume di lacrime!
Ahaha! Anche la Marty, dopo aver visto il film, è andata in crisi depressiva!
RispondiEliminaNoooooooo è finitoooo :(
RispondiEliminaChe DISAGIO