sabato 11 agosto 2012

Gioventù avariata

La crisi c'è per tutti è ormai una un'espressione di uso quotidiano. La sento spesso pronunciare con leggerezza, o accompagnata da una risata stridula e forzata, come per scongiurare un grande pericolo. Peccato che quel pericolo abbia già penetrato le nostre case, depositandosi su ogni cosa e su ogni persona come l'odore di fritto, opprimente per il respiro, che si attacca a tutto e se ne va solo dopo una bella lavata. Avremmo bisogno di una grande pulizia di primavera, anche in questa torrida estate. Bisognerebbe attuare un radicale rinnovamento, una selezione delle cose vecchie e logore da buttare e di quelle nuove e utili da tenere. E naturalmente dovremmo rivolgerci ai giovani, unica speranza per il futuro, per compiere questa grande impresa, per risollevare non solo il nostro Paese, ma tutto il mondo da una delle peggiori crisi della Storia.

●●●

Ma ecco il desolante scenario che ci si presenta davanti: ragazzi e ragazze technology addicted, incapaci di comunicare se non per via mediatica, per lo più dipendenti da alcool e fumo. Per non parlare della tendenza all'omologazione, del progressivo abbassamento del livello culturale delle masse, della mancanza di valori e prospettive. E ancora, bambini violenti e intolleranti verso i loro coetanei fin dalla più tenera età, bambini viziati e prepotenti. Che razza di persone diventeranno, quando saranno adulti? Come possiamo affidare il futuro della Terra a persone a tal punto prive di giudizio, individualità, responsabilità, spirito di iniziativa e collaborazione? Si apre una prospettiva a dir poco inquietante. Forse non siamo molto lontani dai terribili mondi distopici di alcuni romanzi sci-fi.
Le nuove generazioni sono allo sfascio, questo è certo. E' una cosa di cui ci si puo' accorgere facilmente guardandosi intorno, osservando bambini e ragazzi, ascoltando quel poco che han da dire. Me ne accorgo io stessa, nella piccola realtà di un paese di campagna, dove una delle maggiori preoccupazioni della gente è quella di essere super-aggiornata sui fatti del vicino di casa. A volte mi capita di ascoltare o partecipare ad assurde conversazioni tra ragazzi e ragazze all'incirca della mia età e mi accorgo allora in quali proporzioni la crisi abbia investito i giovani, ed in quale modo subdolo e meschino. Perché i giovani stessi non si rendono conto del degrado della realtà in cui vivono ed è proprio questo lo scopo di coloro che utilizzano a proprio vantaggio il male delle altre persone.
Cercherò quindi di spiegarvi in cosa consiste questa crisi dei giovani e dirvi quali sono i fattori che la alimentano. Non voglio imbarcarmi nella scrittura di un saggio lungo e pesante, ma porterò esempi della mia esperienza personale, così, miei cari lettori, potrete giudicare voi stessi fino a che punto siamo arrivati. Dovrò scavare a fondo nella squallida quotidianità dei nuovi adolescenti e forse potremo trovare insieme una via d'uscita, un modo per fermare questo vortice che ci sta trascinando nell'abisso.
Partirò con una semplice schematizzazione della situazione attuale che ho realizzato io stessa. Potrete vedere molto chiaramente il loop che tiene prigionieri i giovani d'oggi.





Comincerò a parlare dell'ambito sociale, perché ritengo sia il nucleo del problema. La socialità è una caratteristica innata dell'essere umano, che si sviluppa fin dai primi anni di vita, un po' per imitazione, un po' per istinto. La capacità di relazionarsi con i propri simili nel modo più appropriato deve essere insegnata al bambino prima di tutto dal genitore e in seguito anche dagli insegnanti, nel suo percorso di formazione. Tuttavia, a me sembra che molti genitori non prendano sul serio questa tappa fondamentale della crescita dei loro figli. Proprio nel momento in cui essi avrebbero più bisogno della loro presenza, li abbandonano davanti alla televisione o davanti al videogame. Oppure li "parcheggiano" al pre-scuola, al dopo-scuola o al cre estivo. Molte persone al posto del loro affetto, nutrono i propri figli con dannosi surrogati. Non c'è da stupirsi (e tuttavia non riesco a non stupirmi) se molti bambini crescono come piccoli tiranni.
Vi propongo subito un episodio inquietante che mi è stato raccontato. Il figlio di una persona che stimo e alla quale sono affezionata, ha subito un grande trauma all'età di circa 3-4 anni (ora è uno splendido e intellegente bambino di 8 anni). Tornava a casa dall'asilo piangendo, dicendo di non volerci tornare. Aveva gli incubi la notte, si svegliava gridando. La madre, preoccupata, è andata a parlare con le maestre ed ha così scoperto che il piccolo era stato messo in un angolo e picchiato dai suoi coetanei, più di una volta! Lui non reagiva, perché i genitori gli avevano insegnato a non picchiare gli altri bambini! Sono rimasta sconcertata quando mi è stato raccontato il fatto. Non avrei mai immaginato che bambini così piccoli fossero capaci di formare delle vere e proprie bande di bulletti prepotenti.
Come si spiega il comportamento di questi bambini? Non serve essere esperti psicologi per dirlo. Ormai è infatti risaputo che i videogame violenti - così diffusi tra le nostre famiglie - hanno un'influenza altamente negativa sui bambini e i ragazzi in generale. Ma non solo, perché molti cartoni animati trasmessi alla televisione nelle ore più strategiche - la mattina a colazione, il pomeriggio all'ora della merenda - sono incentrati su combattimenti, lotte, guerre. E checché ne dicano esperti o meno, non è solo il sangue a determinare la violenza di film e cartoni animati. Perché dunque - mi appello ai genitori - non regalate un buon libro ai vostri figli? Un libro che parli d'amore e d'amicizia, un libro che parli di scienza, di storia, di avventure in mondi fantastici. Spronateli a leggere e ad imparare, spegnete quella scatola ronzante che tenete in cucina: si puo' vivere anche (e meglio) senza, credetemi.

●●●

Ma proseguiamo questa triste analisi e addentriamoci nell'oscuro mondo dell'età adolescenziale. Molti genitori sono a dir poco terrorizzati da questo drastico passaggio, da questa metamorfosi dei loro bambini in persone (quasi) adulte. Ecco il momento dei silenzi senza motivo, degli inspiegabili e repentini cambiamenti d'umore, dell'atteggiamento arrogante e irrispettoso. Ma l'adolescenza non è sinonimo di ribellione. E' invece il delicato periodo in cui si forma la personalità di un individuo; è, per così dire, il momento in cui si ripassano per bene i contorni di un disegno per fargli assumere la forma definitiva. Detto ciò, è evidente che gli adolescenti siano esrtremamente malleabili e influenzabili nelle loro scelte e nel loro sistema di pensiero. La frase di un insegnante, il consiglio di un amico, un'esperienza positiva o negativa, possono determinare una svolta radicale nel comportamento di un giovane.
Questa, purtroppo, è una cosa ben risaputa nel mondo della televisione e dei media in generale. Il potere della pubblicità, sottovalutato dai consumatori privati, è ben conosciuto e sfruttato da tutti i potenti del mondo. L'influenza della pubblicità è tale da ridurre notevolmente il nostro libero arbitrio. E se gli adulti, già temprati da numerose esperienze personali, sono estremamente influenzati dalla pubblicità, cosa possiamo pensare dei giovani? So che è difficile convincersi di queste parole, io stessa che scrivo tendo a sentirmi immune da questo potere. Eppure, usando la razionalità, comprendo che i miei gusti sono condizionati, per quanto io mi sforzi di estraniarmi dalle tendenze generali. Ma se fatico a trovare i segni del condizionamento in me stessa, non posso dire altrettanto della gente intorno a me. Mi accorgo chiaramente di quanto una persona sia influenzata dai media nel modo di vestire, di parlare, di atteggiarsi, nei gusti e nelle idee.
L'esempio più significativo è quello della moda. Il concetto di moda non deve essere associato semplicemente all'abbigliamento, ma deve essere esteso a tutto ciò che consideriamo di tendenza. Non solo alcuni oggetti si possono definire trendy, ma anche (purtroppo) alcuni modi di comportarsi, alcuni modi di comunicare. Insomma, l'importante non è chi sei, ma quello che hai o quello che fai.

  ●●●

Caso emblematico è quello dei social networks - idolatrati dalla maggioranza delle persone - che sembrano essere indispensabili per la vita sociale del XXI secolo. In realtà, i vari Facebook, Twitter, MySpace invece che aiutare a relazionarsi con gli altri, hanno notevolmente peggiorato la socialità della gente, ed in particolare quella delle nuove generazioni. Ora, poiché mi piace essere equilibrata e razionale, devo chiarire che non è il social network in sè ad essere dannoso, ma l'immagine che si è creata attorno ad esso e di conseguenza, l'uso che ne viene fatto. E' un classico discorso che viene spesso associato alla scienza e alla tecnologia, ma non è banale come sembra. L'invenzione della rete Web, forse una delle più importanti e rivoluzionarie del XX secolo, è nata proprio con lo scopo della condivisione dell'informazione. Informazione però che non viene proposta allo spettatore passivo, ma che deve essere cercata, analizzata e criticata dal singolo utente. Dunque, per non divagare troppo, anche il social network puo' essere un ottimo modo per la condivisione di informazioni e news dell'ultimo secondo. Il problema sta nel rapporto che si è venuto a creare tra l'utente e il mondo del social virtuale, fondamentalmente un rapporto di dipendenza.
Tutte le volte che vado a casa di amiche e accendiamo il computer, la prima cosa che vedo fare è controllare le notifiche su Facebook. Magari avevano spento il pc solo qualche minuto prima che arrivassi. Ma talvolta, anche persone ospiti da me mi hanno chiesto di "andare un attimo su Facebook" per controllare non so cosa. Insomma, se non sei tranquillo senza aprire Faccialibro ogni dieci minuti, non puoi negare di avere qualche problema. E io, dopo averci riflettuto un po', ho capito qual è il problema, perché i social networks sono così amati.

Tutti lo fanno, nessuno vuole ammetterlo: spiare le altre persone. Facebook è lo strumento assolutamente infallibile per scoprire cosa fa, cosa pensa, cosa piace ad una persona; è come un esteso documento d'identità che contiente tutte le informazioni più appetitose per i curiosi ficcanaso. E' inutile che mi vengano a dire che è comodo per restare in contatto, perché allora il buon vecchio MSN era più che sufficiente. La verità non è altro che questa, e cioè che grazie all'onnisciente Facebook, ora tutti possono soddisfare le proprie morbose curiosità. "E' ridicolo non iscriversi a Facebook per una questione di principio" mi è stato detto. Io, che sono una persona a cui non piace discutere, non ho risposto. Ma dentro di me sono rimasta sconvolta: lasciando perdere il fatto che ho i miei buoni motivi per non iscrivermi, vorreste dirmi che non ho neppure la libertà di avere un MIO PRINCIPIO indiscutibile?! Qui Orwell direbbe con soddisfazione: "Cosa vi avevo detto?" Altro che 1984!
Ma per fortuna che conservo qualche principio mio, non influenzato dalla tendenza di massa!


Twitter, il secondo social network più conosciuto, ha un altro problema. Sicuramente è anch'esso un veicolo di informazioni personali, ma più che altro viene utilizzato come una sorta di diario. La gente (l'ho fatto anch'io per un certo periodo, poi mi sono accorta della stupidità della cosa) scrive ogni minuto quello che sta facendo, se è stanca, se è felice, se è triste, se è arrabbiata, condividendo addirittura le funzioni biologiche (fino a questo punto non ci sono arrivata!). Twitter è il deposito degli sfoghi di tutte le persone incomprese e depresse oppure il biglietto da visita di individui che si sentono strafighi. Ma è apprezzato ancora di più da una moltitudine di bimbiminkia che impazziscono per questa o quella star del momento. Infatti Twitter, a differenza di Facebook, viene utilizzato direttamente anche da alcuni VIP e ci sono innumerevoli stupidi che credono di farsi notare, adulandoli in modo patetico. Io sono iscritta a Twitter, e non ho ancora capito se mi risulti di una qualche utilità o meno. Più che altro lo uso per pubblicizzare il blog.

●●●

Ora, che sarete stanchi dopo questa lunga lettura (e vi avverto, ne manca ancora!), vi propongo una chicca del noto youtuber Canesecco. Buona visione!





Vi siete fatti qualche risata? Bene, sono contenta. E' ora di rimetterci al lavoro.

Riprendiamo dunque la questione della moda. Al giorno d'oggi, per essere trendy, non basta indossare abiti griffati, ma bisogna stare attenti a come si sceglie di passare il tempo libero. Perché se preferisci i libri alla discoteca o una serata in pizzeria all'happy hour, allora sei out. Sei simpatico sì, nessuno ha niente contro di te, però, come dire, sei un po' indietro rispetto ai tempi. Ti perdi la cosa più bella, amico, lo sballo!
No alcol, no party. Questo è il nuovo slogan. Anche le feste di compleanno ormai devono seguire le inflessibili regole dell'eccesso e della trasgressione. Le basi fondamentali di un party alla moda sono due:
1. Abbondanza di alcol: "Devo farmi qualche cicchetto perché altrimenti non riesco a ballare"
L'ho sentito con le mie orecchie. Tralasciando che "ballare" è una parola grossa per la discoteca, se non puoi fare a meno dell'alcol vuol dire che fondamentalmente ti vergogni di quello che consideri un divertimento. Ma chi ti costringe a farlo allora? Solo perché lo fanno tutti? Allora se diventasse di moda buttarsi nei pozzi, ti butteresti per primo? Non fa una piega.
2.Un numero esagerato di persone, ovvero il caos: "Ma alla festa di... Saremo solo in 20? Ma siamo pochissimi, che brutto...e poi cosa facciamo dopo aver mangiato? Dobbiamo assolutamente trovare qualcosa da fare, altrimenti è una noia e se ne vanno tutti."
Altra frase che ho sentito in prima persona. Innanzitutto, più persone ci sono, più la festa diventa dispersiva ed è difficile trovare qualcosa che possa coinvolgere tutti. Inoltre, perché tutti disdegnano il primo e fondamentale dono dell'Uomo, la parola? Discutere, scambiarsi opinioni, raccontare storie interessanti e divertenti, ascoltare l'esperienza di altre persone... Sono forse attività noiose? Da parte mia, ritengo siano queste le basi della vera vita sociale.

●●●

E perché, secondo voi, tutti questi giovani cercano la trasgressione? E' un cane che si morde la coda, come già spiegato. Da una parte la pubblicità propone il binomio ALCOL=DIVERTIMENTO (nel video qui sotto potrete vederne alcuni esempi); dall'altra è il bisogno inconscio di evadare da una realtà sempre più degradata. E qui entriamo nell'ambito economico.



Essere alla moda è molto costoso. Pensate ai nuovi gadget high-tech, ai vestiti, a quanti soldi servono per uscire il sabato sera, tra benzina, cena, discoteca e alcolici.
Il problema qui riguarda la famiglia. Anche se la crisi economica ha ridotto di non poco lo spessore dei portafogli, molte famiglie mantengono il tenore di vita degli anni scorsi. Insomma, si vive al di sopra delle proprie possibilità sperando nell'arrivo della gallina dalle uova d'oro.
Inoltre si è progressivamente sviluppata la mentalità del: "Mio figlio deve avere tutto, deve poter fare tutto quello che vuole, è sempre lui la vittima, deve essere sostenuto in tutto e per tutto". E' sempre la stessa questione: per "rimediare" ad un rapporto troppo distaccato, si vizia il figlio assecondandolo in tutte le sue richieste. Così, tra uno smartphone e un iPad, sono sempre meno le risorse dedicate all'istruzione. Non che le famiglie rinuncino alle varie spese connesse alla scuola: quello che manca è l'incoraggiamento. Sono pochi i genitori che spronano i propri figli ad approfondire questioni e tematiche che vengono affrontate sui banchi di scuola. Allo stesso tempo però, è generalmente diffuso un certo orgoglio egoistico, per cui il figlio è perfetto e se ha dei problemi è sempre colpa degli altri. Mi racconta spesso il mio papà che quando era un bambino, se uno tornava a casa lamentandosi di essere stato picchiato dall'insegnante, i genitori rincaravano la dose, perché di sicuro se l'era meritato. Oggi, maestri e professori ricevono insulti e minacce - denunce, talvolta - se bocciano i bambini con delle difficoltà (e anche di questo ho i testimoni diretti, credetemi).

●●●

Questo problema, unito alle cifre non indifferenti che richiede la frequentazione di scuole superiori ed univeristà, ha fatto sì che il livello culturale di massa si sia abbassato notevolmente in questi ultimi tempi. La cultura è ormai un privilegio dei ricchi, che possono permettersi di mandare i propri figli a prestigiosi istituti privati (per saperne di più: La scuola di serie B ). Chi invece non dispone di grandi patrimoni si deve accontentare di scuole pubbliche in cui talvolta manca adddirittura la carta igienica.
Non c'è da stupirsi poi se i giovani non si sentono motivati nello studio.
Non c'è da stupirsi se navigando sul web si trovano queste cose.



Avete riso? Vi capisco, ma ci sarebbe da piangere.
Sempre per restare in tema vi propongo un estratto di una conversazione fra due ragazzine di prima superiore che ho sentito, aspettando il treno la mattina.
Devo fare una piccola premessa: nel mio liceo, da un paio d'anni, grazie alla fantastica riforma Gelmini, sono state notevolmente ridotte le ore settimanali. Io, mantenendo il programma precedente, da settembre avrò tre giorni con cinque ore di lezione e tre giorni con sei. I nuovi arrivati non hanno neanche tutte le mattine da cinque ore, ma alcune da quattro. Le "seste ore", come le chiamiamo in gergo, non sapranno mai cosa siano.

A: "Facciamo qualcosa oggi dopo la scuola? A che ora esci?"
B: "Oh che palle, oggi ho cinque ore, quindi esco all'una meno dieci."
A: "Cinque ore?! Dev'essere una noia!"
B: "Madonna, ti giuro, se dovessi fare cinque ore tutti i giorni non ce la farei!"

Ovviamente non sono le parole esatte che hanno detto, ma il succo era questo. Non saprei come commentare questo episodio, credo dica tutto da sè.

●●●

Bene, sono ormai alla fine di questo lungo monologo. Naturalmente non ho potuto affrontare tutte le tematiche relative al degrado delle nuove generazioni: ci sarebbero tante altre cose da dire.
In ogni caso, quello che ho scritto non è il frutto di un cavilloso ragionamento mentale, ma un semplice reportage nato dalla mia esperienza di giovane in mezzo ai giovani.
Mi aspetto delle critiche, senza dubbio. Sicuramente qualcuno mi accuserà di saltare alle conclusioni troppo in fretta, di non avere la mente abbastanza lucida in quanto parlo di una realtà in cui vivo e da cui potrei sentirmi urtata. E invito questo qualcuno a spiegarmi il suo punto di vista, a dirmi quello che pensa, perché questo post vuole essere una provocazione, una scintilla per accendere una discussione.
Sento la necessità confrontarmi con altre persone, non importa la loro opinione, perché devo capire fin dove arriva la mia capacità di osservazione ed analisi della realtà. Devo sapere se altri percepiscono il mio stesso disagio, se condividono le mie paure riguardo al futuro, o se mi sto fasciando la testa per niente.

Ma soprattutto voglio suscitare indignazione! Voglio che, leggendo le mie parole, rimangano indignati tutti coloro che si sentono estranei allo squallore di cui ho scritto.
Voglio che tutte queste persone urlino: NOI NON SIAMO COSI', NOI SIAMO MIGLIORI!
Voglio sentire qualcuno pronto a combattere per far valere la propria persona, pronto ad unire le proprie forze per trasformare questo mondo in un posto migliore.

Un giorno spiegavo ad una cara amica:
"Tutti noi dovremmo impegnarci al massimo in ogni cosa che facciamo, non importa compiere grandi imprese per essere un eroe. Possiamo cambiare il mondo con le piccole cose."
E lei mi ha risposto:
"Io penso che il nostro impegno, i nostri sforzi, le nostre passioni... Non siano piccole cose, ma grandi cose."

Ho capito che aveva ragione.

40 commenti:

  1. Analisi molto interessante!

    RispondiElimina
  2. Sono qui per dire: accidenti, no! Non tutti i giovani sono così, mi vergogno della mia generazione ma non intendo arrendermi!
    Ok, dopo questa appassionata apologia, dico che in realtà sono qui per farti i complimenti; mi trovo in generale d'accordo su ciò che hai scritto e approvo il tuo tono pacato tuttavia profondamente indignato. Brava!

    RispondiElimina
  3. Mamma mia, dire che mi è rimasto l'amaro in bocca è poco. Francamente molto di quello che hai detto lo pensavo già di mio, ma leggere così, tutto insieme, è come beccarsi una sberla in faccia. Devo dire che un po' mi sento preso in causa, anche se penso in fondo in fondo di essere un'eccezione. Non posso però che riportare un mio pensiero riguardo l'educazione dei bambini: mi sembra di avere notato che questa progressiva degenerazione dell'educazione si sia concentrata negli ultimi anni, chissà perché. Probabilmente colpa dei media.
    Per concludere, a rischio di sembrare catastrofista, mi viene quasi da sperare che i Maya avessero ragione e che al 2013 non ci arrivassimo (o perlomeno non tutti).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Alessandro Allora (almeno in parte) ho raggiunto il mio scopo, con questo post! Questo testo è, diciamo, lo sfogo di una rabbia repressa. Ho collezionato, in questi ultimi tempi, tante delusioni a causa del comportamento di molti miei (quasi) coetanei. Ma ad un certo punto ho pensato: basta! Devo devo mostrare a tutti quello che ho visto e vedo ogni giorno!
      Sono contenta, quindi, di vedere che qualcuno rimane colpito dalle mie parole, di non essere l'unica indignata per questa situazione.
      E per quanto riguarda i Maya... Secondo me c'è stato un guasto nella selezione naturale, chissà che questa cosiddetta "fine del mondo" non sia l'occasione per riportare un po' di buon senso fra la gente.

      Elimina
  4. Devo dire che, come Ale, anche io sono rimasta alquanto scioccata da ciò che hai scritto. Non avevo mai pensato che in generale fosse tutto così "spiacevole", non so come spiegarlo. Riguardo ai social network e alle serate "in" poi, ci sono rimasta male, ammetto di essere tra quelle che si comportano molte volte così, ma sentirselo dire è sconfortante. Riguardo all'educazione dei bambini sono pienamente d'accordo, i bambini di oggi che non sono poi così più piccoli rispetto a noi sono il nostro esatto opposto, e dopo essere stata ai lupetti ne ho avuto la prova. Sono un po' delusa devo dire, spero cambi qualcosa. Comunque brava, sei molto brava Ile :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Martina Grazie :)
      Il solo fatto che tu abbia riflettuto sul tuo comportamento, ammettendo forse un po' di senso di colpa, è già un segno di maturità. Per cui, non sentirti sconfortata, ma piuttosto cerca di capire quali aspetti del tuo atteggiamento vorresti migliorare ed impegnati al massimo per farlo! ;)

      Elimina
  5. Alla fine Twitter serve a qualcosa, ti fa entrare conoscere l'umanità: svariate volte sono entrato in contatto con persone il cui comportamento (più o meno del genere di quello descritto da te) mi ha fatto seriamente prendere in considerazione l'ipotesi che facessero apposta. E invece no, c'è veramente gente di quel tipo e pensare che ce n'è "tanta" nel mondo mi fa accapponare la pelle.

    RispondiElimina
  6. Premetto che questo saggio ha uno stile incalzante e molto curato, ti devo fare i miei complimenti, perchè hai parlato di molte cose senza risultare noiosa. Tuttavia non mi trovo d'accordo in un pò di cose che hai scritto, a cominciare dai bambini. E' verissimo che la generazione di adesso è diversa dalla nostra ma non puoi criticare i genitori, magari impegnati al lavoro, che "parcheggiano" i bambini al centro estivo o in qualsiasi altro posto. A me personalmente, che non sono mai andata in posti di questo genere, mi sarebbe piaciuto giocare con tutti gli altri bambini anche durante l'estate e non rimanere in casa da sola come una scema. Naturalmente il divertimento dev'essere sano, questo sì. Poi critichi anche la televisione, certamente esistono molti programmi spazzatura e non adatti ai bambini, ma chi è che non è cresciuto guardando i pokemon, mila e shiro, heidi e via dicendo?! Personalmente non ho ancora incontrato nessuno che non conosce questi cartoni. Poi passi ai socialnetwork. Ci sta che le persone che passano la loro vita su FB siano malate, ma su FB si possono creare gruppi che purtroppo nel vecchio e caro MSN non era possibile fare, ad esempio il gruppo della classe, i gruppi di sport, di amici stretti ecc. Poi lasciamelo dire Ile, è lecito avere dei principi per carità, però sarebbe bello discuterne e se su qualcosa non sei d'accordo se ne parla insieme in modo da confrontarci! Poi infine il discorso dell'alcool e le discoteche. Non dico che uno debba passare tutta la sua vita in discoteca, ma mi verrebbe da dire la stessa cosa per cinema o per una pizzata. E' logico uno sceglie che cosa gli interessa e cosa gli piace, però in discoteca ci vanno anche le persone a cui piace ballare e non per forza vanno lì per ubriacarsi. Sul fatto dell'alcool non sono la persona più adatta per esprimere sentenze, ma personalmente eccedere da quel punto di vista mi ha insegnato che devo stare più attenta e la cazzata quando è fatta una volta bona. Scusa semmai ti sia sembrata noiosa e troppo lunga ma ci tenevo a ribadire come la penso io.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. rispondo a vale.
      Il problema dei genitori non è un problema da poco. Ma sono veri genitori quelli che non sono mai, ma proprio mai in casa da dover abbandonare letteralmente i propri figli ad un centro estivo o davanti alla televisione?
      Io personalmente farei delle scelte diverse...
      Poi non capisco cosa ci sia di "sano" e "buono" nel fatto che la nostra generazione sia cresciuta con i cartoni che tu hai elencato...

      FB può essere utile, ha dei lati positivi, ma secondo me sono maggiori quelli negativi quindi...

      Già con MSN ci avevano preparato a spiare le altre persone (utenti invisibili e via dicendo....)
      poi con FB si è arrivati al top, secondo me ile ha ragione in questo campo al 100%
      vogliamo anche solo parlare del concetto di "amico" che passa? Secondo voi è normale avere più di 100 amici; attenzione io intendo amici veri, non conoscenti.

      poi non è lecito avere dei principi, è doveroso!!!
      siamo animali che obbediamo agli istinti??? qualcuno forse sì, adesso che penso come ragionano certe persone, ma suvvia. Siamo essere umani, non bestie

      Riguardo il discorso discoteche ne avrei da dire parecchio... aspetto il vostro parere.

      Elimina
    2. @Vale Dunque molte cose che avrei voluto dirti, le ha già scritte Davide.
      Cominciamo dai genitori e dai cre estivi. Io non critico l'esistenza dei centri ricreativi o l'impegno delle persone che ci lavorano per far divertire i bambini. Io rimprovero alcune tipologie di genitori (ad esempio persone fissate con la carriera) che non "fanno sentire" ai propri figli il loro amore. E' una questione psicologica: tu, genitore, puoi anche avere la necessità di lavorare molto (le difficoltà economiche, lo sappiamo, sono all'ordine del giorno), ma devi comunque far capire a tuo figlio che sei lì, che ti interessi di lui, dei suoi problemi, ed anche dei suoi successi. Purtroppo capita invece (ma non intendo generalizzare) che ad un desiderio banale del figlio come: "mi prendi in braccio?", venga risposto: "più tardi, intanto vai a guardare un po' di tv." Ovviamente, questo è un esempio esagerato, ma è per farti capire cosa ferisce i bambini e crea in loro il senso di abbandono.

      Dunque, per quanto riguarda la televisione, io ne critico soprattutto l'esagerata pubblicità. Visto che hai nominato molti cartoni delle reti mediaset, non puoi negare che ogni cinque minuti di cartone/film ci siano delle interruzioni pubblicitarie fastidiosissime che sembrano infinite.
      E' questo il grande potere della televisione ed allo stesso tempo il maggior danno per lo spettatore.
      Se uno guarda la tv con consapevolezza, è in grado senz'altro di capire quali siano i "programmi spazzatura" e quali invece (ahimé così rari ormai) siano i programmi utili ed interessanti. Purtroppo i bambini non possiedono questa lucidità, dunque i genitori dovrebbero aiutarli e seguirli anche nella scelta del programma da guardare.
      In ogni caso la tv è un passatempo passivo, e per di più causa dipendenza. Io non guardo la televisione (salvo rare occasioni in cui sono in casa d'altri) da ormai 4 anni. Ho smesso dopo essere tornata dalla vacanza in Nuova Zelanda e mi sono resa conto ben presto (non senza un certo stupore) di quanto tempo in più avevo disposizione per fare altre cose più gratificanti. Quando ero bambina anch'io guardavo molti cartoni animati e alle volte, fantasticando, credevo che sarei impazzita se mi avessero tolto la tv. Ora invece mi dà quasi fastidio: ho riscoperto e approfondito il piacere della lettura e della scrittura.


      Passiamo ai social network. E qui non posso fare a meno di concordare in pieno con Davide. Ti faccio un esempio: Google ha creato da poco un social network personale chiamato Google+, a cui mio malgrado sono iscritta avendo già un accont google di posta elettronica. Questo social network è creato sulla falsa riga di fb, ci puoi creare gruppi, chattare in tutti i modi possibile, condividere foto video e quant'altro. Ma non ha successo, sta fallendo come il precedente Google Buzz perché chi si iscrive non trova nessuno che conosce. E se non trovi persone che conosci da poter spiare, allora il social network puo' essere avanzato finché ti pare, ma non ti coinvolgerà più di tanto. Anche qui si tratta di un fattore psicologico, che peraltro molti vorrebbero negare. La curiosità è naturale nell'uomo, siamo tutti curiosi. Quando ancora non c'erano i cellulari, il ragazzino innamorato passava in bicletta sotto la casa della giovinetta per capire se fosse in casa, per vedere cosa stava facendo, per avere occasione di parlarle. Ora basta un clic, non c'è nemmeno bisogno di alzarsi dalla poltrona. Lasciami dire che tutto questo è un po' triste.
      Per quanto riguarda i principi, essendo io una persona piuttosto timida, trovo che scrivere dopo aver avuto il tempo di riflettere con calma, sia un modo più che valido per discutere.

      Elimina
    3. Scusa ho dovuto dividere il post in due, perché non ci stava... Continua:



      Diciamoci la verità, "ballare" riferendosi alla discoteca è un termine a dir poco esagerato. Io, praticando danza classica, posso ben dire che ballare è qualcosa di molto di più che agitarsi in modo sconnesso al ritmo monotono di una qualsiasi canzonetta house. Poi, che questo sia un passatempo... De gustibus non disputandum est, come dicevano i latini.
      Il problema delle discoteche, alcol a parte, è che annientano la tua individualità. La annientano impedendoti di parlare, di vedere con chiarezza. Il rumore assordante, le luci psichedeliche rendono tutti uguali, tutti ugualmente sperduti in una massa caotica e urlante. Si puo' definire socialità questa? Io non credo.
      E in ogni caso lo "sballo" è qualcosa che cercano in molti: sintomo di un disagio più profondo? Desiderio di essere all'altezza? I motivi sono diversi, ma sono felice che tu abbia tratto una lezione dalle tue esperienze.


      Come vedi, ho dedicato molto tempo a risponderti. Questo per dirti che non ti ho trovata noiosa, nè lunga. Sai bene che i commenti mi fanno sempre piacere, positivi o negativi che siano. Il confronto, la discussione, come dici tu, sono fondamentali.

      A presto,
      Ile

      Elimina
  7. Quanta rabbia! Devo immaginare che le delusioni devono essere state parecchio forti per generare una tale indignazione…. :)

    Ti faccio i miei complimenti ile : come ha detto anche vale, è un articolo/monologo/saggio (non so come definirlo) che si legge benissimo, proprio perché, al di là della scorrevolezza con cui è scritto, tratta di argomenti molto particolari, argomenti che coinvolgono tutti, nessuno escluso, quindi molto interessanti.

    Finalmente qualcuno che parla!!! Finalmente qualcuno che si ribella a questo schifo di società a cui siamo tutti sottomessi!!! Io sono dalla tua parte ;-)

    Tu hai trovato una catena, un circuito chiuso che coinvolge i giovani soprattutto, un circuito dal quale è difficile uscirne. E io chiedo: da dove è iniziato tutto? La crisi che adesso si vede a livello economico, sono convinto sia partita da molto, molto prima a livello culturale e sociale, ma da dove o da cosa precisamente è un bella domanda. Dare alla crisi un’origine, cercarne le cause è un impresa titanica: ormai in questo piccolo mondo ci sono talmente tanti fattori in gioco da creare un guazzabuglio (come scrive il buon Manzoni:)) di variabili spaventoso…..

    Le critiche che hai fatto ci stanno tutte, anche se devo dire che bisogna analizzare caso per caso. Proviamo però oltre che indignarci a dare una soluzione. Le parole sono belle ma sono inutili se rimangono tali e non hanno come reazione un azione.

    So che non è facile ma si può partire con piccoli passi, a formare i primi mattoni, le fondamenta per completare poi la costruzione finale che è uno spirito critico verso la società che ci circonda. Per esempio io partirei dalla famiglia.

    Non voglio fare il moralista, ma io sono straconvinto che una famiglia unita è una delle cose fondamentali per un bambino, non può assolutamente mancare. Provate solo a immaginare quanto dolore può provare un bambino che vede i suoi genitori litigare e separarsi senza capirne il motivo. Si sente dilaniato dentro.

    Poi è ovvio che ci sono anche altri problemi molto gravi che possono colpire anche le famiglie più “salde”, ma è già un inizio. Anzi secondo me è l’inizio. Quindi state attenti quando fate figli, scegliete la persona giusta e rimanete fedeli. Poi io da cristiano sostengo il matrimonio, ma la famiglia credo debba essere un valore universale al di là di qualsiasi religione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cosa rispondere? Praticamente concordo su tutto :)
      Innanzitutto grazie dei complimenti.

      Per quanto riguarda il discorso del bambino che vede i suoi genitori litigare... Quanta verità. Io so bene cosa vuol dire, lo vivo tutt'ora.

      Elimina
  8. Inutile dire che mi trovi quasi d'accordo su tutto.
    Sai però che io sono più moderato(o "qualunquista" mi definirebbe qualcuno... sai a chi mi riferisco, vero?);
    ritengo innanzitutto che le persone che si distaccano da questo tipo di "status" siano più di quanto si tenda a pensare, (semplicemente perchè la massa fa più rumore), perciò non sarei così negativo. Soprattutto, per quanto ci riguarda, secondo me noi viviamo in una sorta, passami la metafora, di piccola isoletta felice, anche se probabilmente ancora per poco. Alla fine, almeno qui da noi, siamo ancora abbastanza fortunati, siamo ancora legati alla realtà che ci circonda e non così impregnati di tutte quelle fesserie che vengono ogni giorno propugnate dai media e non solo.
    E' chiaro che in una visione globale si riscontra molto di più ciò che hai detto, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni...

    Mi premeva però toccare uno dei tanti argomenti trattati, su cui anche Davide si è soffermato, ossia il rapporto fra i genitori e le conseguenze sui figli, in particolare vorrei porre una domanda: "Come si fa a stabilire se la persona con la quale decidiamo di vivere è quella giusta per noi?".
    Auguro a tutti di trovarla e di passare assieme a lei/lui una vita meravigliosa, ma se così non fosse? E se, molto peggio, ci fosse di mezzo anche un figlio? Che fare? Fingere?

    Questo era l'unico argomento che mi sentivo di sollevare, per quanto riguarda gli altri non ho troppi dubbi, sono praticamente d'accordo su tutto, come già detto :)

    Che dire? Brava Ilenia! Sei riuscita nella tua impresa: hai aperto un bel dibattito!

    RispondiElimina
  9. Io penso che fare il genitore sia il mestiere più difficile che ci possa essere. Ovviamente con il mio commento non intendevo dire che un genitore debba abbandonare i propri figli ai cree estivi e pensare "eh vabbeh ci penseranno loro ad educarlo, ad amarlo.."
    Un genitore è la persona che ti mette al mondo, è la persona che ti ama di più e naturalmente spetta a lui educare e seguire il figlio nel proprio percorso di crescita. Ma allo stesso tempo trovo giusto che un genitore dia la possibilità a un figlio di interagire coi suoi coetanei, di confrontarsi, di capire che non è tutto suo, di condividere i giochi, di creare le prime amicizie.
    Sono d'accordo su quanto avete detto sulla famiglia. E' lì che parte il tutto e il bambino cresce a seconda di come lo educano, c'è poco da fare. Se la famiglia è separata allora sì che è un problema. Il bambino soffre, a volte si trova lui stesso colpevole della separazione, pensa che i genitori non gli vogliano più bene e si trova profondamente diverso dagli altri che hanno una famiglia normale. Quindi anche io difendo la fedeltà e il matrimonio.
    Ti do ragione sui socialnetwork, è vero che in un certo senso "spii" la gente, ma ti viene anche naturale (come hai detto anche tu) guardare le foto di Tizio che ti piace e Caio che invece ha fatto i suoi 18 anni. Io personalmente ho ridotto molto il periodo che sto su FB perchè a lungo andare stufa anche un pò, ma ci sono tuttora persone che ci passano pomeriggi e sere intere.
    Passando alla televisione secondo me sarebbe necessario limitare la durata di tempo che il bambino passa davanti ai cartoni, che ne so mezz'ora-un'ora, in questo modo il bambino può sia guardare la tv che giocare con giochi più produttivi e ragionevoli.
    Poi riguardo alla discoteca, sono d'accordo che lì il livello di socialità è pari a zero, però non la trovo una cosa così fuori dal comune andarci ogni tanto. Quello che mi rende triste è vedere piuttosto come certe bambinelle si "conciano" per essere all'altezza, per fare a gara a chi ha il tacco più alto (senza neanche saperci camminare),il vestito più figo, il trucco più esagerato. Questo mi fa soltanto ridere. Ma non trovo niente di male se uno ci va anche solo per "muoversi".
    Ben vengano queste discussioni comunque :)

    RispondiElimina
  10. “Mancanza di valori e prospettive”, “persone prive di giudizio, individualità e responsabilità”, “squallida società a cui siamo sottomessi”… continuando non mi sarei stupita di leggere “… si stava meglio quando si stava peggio” o “non esistono più i valori di una volta”, discorsi che forse neanche la più vecchietta fra le mie nonne si metterebbe a fare.

    Interessantissima ma inquietantissima analisi Ile, con la quale non posso e non voglio trovarmi in accordo.

    Ora, mi prendereste per una sonnambula se sostenessi che “viviamo nel migliore dei mondi possibili”, che tutto va bene, che i ragazzi non sono influenzati dai media, da modelli sbagliati ecc ecc… . Un dei problemi più seri, secondo me, è che si investa abbastanza sull’istruzione.
    Ma non per questo dobbiamo abbandonarci a uno scoraggiante pessimismo!

    Leggendo questo saggio ho avuto l’impressione che si stesse generalizzando troppo, vedendo solo il “marcio” di tutta la “mela buona”, come una sorta di “effetto alone” nel quale un aspetto o un evento negativo contamina tutto il resto.

    Personalmente ho trascorso una bellissima estate facendo lo stage in un centro estivo e, è vero che Riolo è un’ oasi felice :) , ma non ho riscontrato quello che tu hai scritto nella mia realtà, se non in una piccolissima parte.

    Spesso i bambini insistono per giocare al DS o perché vogliono guardare i cartoni, piangono e litigano.
    Se, però, si riesce a coinvolgerli e a fargli fare un disegno piuttosto che farli giocare insieme capiranno da soli che è più divertente che isolarsi.
    Loro hanno il DS, io avevo il Game Boy Color, non penso ci sia molta differenza, fondamentale è, e sono d’accordo con voi, che ci sia qualcuno a educarli, a dirgli: “spegni il DS!”
    Non penso, a parte casi di qualche famiglia un po’ sgangherata, che queste figure, ( genitori, nonni e in maniera minore anche gli educatori), manchino o siano meno presenti rispetto alle generazioni precedenti.
    Di genitori “ scarica figli al cre” ne ho visti pochi o forse, chi lo sa, si mascherano bene.
    Ho ricevuto veramente tanto questa estate da quei bambinelli, ti riscopri bambina a giocare a nascondino insieme a loro.

    Pensando a modi per uscire dalla monotonia quotidiana non posso non citare le realtà dell’Associazionismo e dello scoutismo. Non si tratta solo di un: “Lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato”, mettersi in gioco, affrontare fatiche insieme, ricevere responsabilità o vivere in una comunità sono cose che sono sempre stati importanti per la mia vita e penso aiutino ogni persona a costruirsi una propria identità.

    RispondiElimina
  11. (continua..)

    Studiando Kant sono rimasta particolarmente colpita dal suo epitaffio “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”. Al di là di tutte le considerazioni filosofiche che racchiuderà questa frase, che non sono in grado di dare, mi piace pensare che la “legge morale sia dentro di noi”. Che ognuno ha “del buono” dentro, che anche il più sgangherato delle quattordicenni che fuma da 2 anni, prima o poi maturerà e che troverà la sua strada per costruire la propria personalità.
    Magari non leggerà molto, non sarà una scout, o un catechista, però forse diventerà allenatore dei “pulcini” nella squadra del suo paese o facendo un lavoro manuale diventerà un bravissimo meccanico o cuoco. (Questa però forse è una visione un po’ troppo utopistica).

    Cambio argomento … i social network.
    Qui mi sento particolarmente chiamata in causa perché “naso” abbastanza su facebook.
    Dico solo: “Ci sta”. l’importante è, come dici tu, che non diventi un’ossessione. Ultimamente sto leggendo un libro nel quale, a questo proposito, ci ho trovato una tesi curiosa. Sosteneva che se Dante fosse vissuto nel 2012 sicuramente avrebbe Twitter e che “Fatti non foste per viver come bruti,ma per seguir virtute e conoscenza”, sta perfettamente nei 140 caratteri consentiti.
    Questo per dire che i social network sono diventando parte della nostra generazione e senza fare troppo i categorici “noooo face book”, vale anche per loro il principio “Cioccolata”, che ho appena inventato. “Fa male la cioccolata?...dipende quanta ne mangi!” (Dopo questo esempio non avrò più credibilità). Questo penso vanga anche per la tv.

    Bene, rimbocchiamoci le maniche, io credo fortemente nel valore di questa generazione.
    Penso sia fondamentale trasmettere energia, porsi da esempio per i più piccoli che vedono nei grandi modelli da seguire, non comportarsi da vecchietti “ai miei tempi…”.
    Socrate diceva “Chi vuole muovere il mondo muova prima se stesso”. Quindi guardiamo il lato positivo e poniamoci da stimolo anche per i più “avariati”

    Basta. Neanche fosse un tema per la Conti… .

    RispondiElimina
  12. La domanda che ha posto Leo direi che fa riflettere. Incontrare e decidere di amare la stessa persona per tutta la vita non è certo una scelta da poco, anzi. Le cose poi si complicano ancora di più da sposati. Si devono condividere i propri spazi, aumentano i problemi, insomma una famiglia da gestire non è di certo la cosa più banale del mondo! Infatti a questo proposito io sono favorevole a una temporanea convivenza, in modo da capire che chi hai a fianco sia davvero la persona che vuoi. Certo questo non include che le cose dopo vadano tutte rose e fiori come si dice. Sicuramente fingere di fronte a un figlio è la cosa peggiore, perchè può andare avanti per un pò ma a lungo andare la corda si spezza. I genitori in questo caso devono cercare di rimanere cordiali in quanto tali e far capire al figlio che nonostante loro non si amino più non vale la stessa cosa nei suoi confronti.

    RispondiElimina
  13. Vista l'interessante discussione che si sta creando, non potevo continuare a leggere senza condividere alcune mie riflessioni. Probabilmente sarò ripetitiva, ma pazienza.
    Come avete detto tutti voi, la famiglia è il nucleo della questione e forse anche la variabile più delicata in gioco. La figura del genitore è indispensabile e insostituibile, l'ambiente in cui si cresce non può che plasmare indirettamente una buona parte della personalità di ogni bambino. Per questo credo che l'educazione dei propri figli sia uno dei compiti più ardui al mondo, ma anche uno dei più soddisfacenti, se si riesce a trasmettere loro almeno in parte ciò che di buono c'è in noi. Più che un "abbandono" dei bambini ai centri estivi, quello che mi capita di notare sempre più spesso tra i genitori e che mi preoccupa non poco è l'atteggiamento fin troppo permissivo e oserei dire indifferente che dimostrano nei confronti dei figli adolescenti. Non dico che bisognerebbe essere molto più severi, semplicemente più saggi e meno arrendevoli. Se, per assurdo, io a 14/15 anni avessi manifestato il desiderio di passare ogni sabato la notte in discoteca (cosa che non mi sognerei di fare neanche ora...), penso che mia madre mi avrebbe urlato addosso senza tanti complimenti. Adesso, invece, questi ed altri comportamenti sono all'ordine del giorno. Quello che mi domando è: i genitori sanno cosa fanno i propri figli? E se lo sanno, quanto gli importa?
    Cambiando totalmente argomento, vorrei solo esprimere una mia personale perplessità riguardo ai discorsi emersi sulla televisione. Sono più che d'accordo sul fatto che ai bambini non dovrebbe mai essere permesso di trascorrere tutto il pomeriggio davanti ai cartoni, ai videogiochi e compagnia bella. Spesso dico scherzosamente che se avrò un figlio non farò altro che leggergli dei libri dalla mattina alla sera, finchè non avrà voglia di prenderli in mano lui stesso. Il discorso però è leggermente diverso nel caso di persone adulte come ormai possiamo definirci noi. Come è sbagliato sviluppare una dipendenza nei confronti della TV, penso che sia sbagliato far finta che non esista. Oddio, no, non sbagliato, perchè in fondo posso capire le motivazioni che ti portano a questa scelta, diciamo che è esagerato. Ritengo che, ovviamente senza lasciarsi influenzare, un po' di televisione ogni tanto non guasti. Ile, come sai bene anche io coltivo la passione della lettura e della scrittura, ma ammetto che se trovo la tv accesa a volte cerco qualcosa di interessante, anche solo un telegiornale, un quiz per svagarmi dopo un pomeriggio di studio o un film (anche se non danno quasi mai film belli, ma questo è un altro discorso, sob). Il punto è che, nel bene e nel male, oggi la televisione è uno degli innumerevoli mezzi moderni per rapportarsi con il presente, e non la ritengo del tutto dannosa. Anzi, se poi la ignori ti ritrovi a non sapere cose attuali piuttosto importanti, come ad esempio l'identità di Matteo Renzi! (ovviamente è una battuta, però può essere un utile esempio). In conclusione, in questo come in tutti gli altri ambiti potenzialmente pericolosi è necessario applicare la filosofia della giusta misura.
    Concludo - almeno per ora - dicendo che è davvero bello il fatto che sia nato questo dibattito amichevole tra noi. Confrontarsi con gli altri è un modo per confrontarci anche con noi stessi. E la prossima volta che faremo uno di quei discorsoni profondi alle ore più improponibili della notte, sapremo di cosa parlare! ;)

    RispondiElimina
  14. Bene, risponderò un po' a tutti. Innanzitutto devo
    ringraziarvi per aver espresso la
    vostra opinione con sincerità e per
    aver scritto cose veramente belle e
    ragionevoli. Di certo (conoscendovi di
    persona) non avevo dubbi sulle vostre
    qualità, ma leggere quello che avete
    scritto mi ha reso immensamente felice
    e orgogliosa di avere amici come voi.
    :)
    Proseguiamo quindi la discussione!

    @Vale
    Alla fine mi sembra di capire che le
    nostre opinioni sulla famiglia non
    siano poi così divergenti. La
    possibilità di un bambino di
    interagire con i coetanei è importante
    quanto l'attenzione da parte del
    genitore. L'ho scritto nel post: la
    capacità di relazionarsi con altre
    persone è fondamentale per condurre
    una vita serena e responsabile.
    Quindi... Teniamo a mente tutte queste
    cose per il nostro futuro!
    Per quanto riguarda la televisione,
    più che dare un limite di tempo,
    bisognerebbe far capire ai bambini il
    giusto valore della tv. Proibire
    categoricamente qualcosa può risultare
    più dannoso che utile. Invece,
    spiegando ai bambini cosa c'è di buono
    nella televisione (che questo buono ci
    sia in fondo non l'ho mai negato) si
    può educarli ad una visione
    consapevole.
    Poi, la discoteca. Come ho già
    scritto, può essere un passatempo
    piacevole per alcuni. Posso capire
    anche la sensazione "liberatoria" di
    scatenarsi per una sera...Non sono qui
    a criticare tutti quelli che ci vanno,
    senza distinzioni. Il fatto che a me
    non piaccia è una questione personale
    e non sono qui per imporre agli altri
    di pensarla come me. Quindi, in
    conclusione, la moderazione e la
    ragionevolezza sembrano essere ancora
    una volta la soluzione. Non bisogna
    fare dell'eccesso un'abitudine.
    Infine, riguardo a quello che hai
    detto di quelle ragazzine, beh, sono
    proprio d'accordo con te. Che
    tristezza.

    @Leo
    Valentina ha scritto una cosa molto
    saggia rispondendo alla tua domanda.
    "I genitori in questo caso devono
    cercare di rimanere cordiali in
    quanto tali e far capire al figlio che
    nonostante loro non si amino più non
    vale la stessa cosa nei suoi
    confronti."
    Sicuramente fingere non è la
    soluzione, perché la tensione cresce
    ed alla fine la situazione esplode con
    conseguenze drammatiche.
    Bisognerebbe, come dice Davide,
    "pensarci bene" prima di avere un
    figlio. Pensare alle proprie
    possibilità non solo economiche, ma
    anche personali (non è proprio il
    termine migliore...). Cioè, mi spiego,
    bisogna fare un esame di coscienza e
    capire se si è disponibili a dedicare
    il resto della vita al figlio, perché
    non si smette mai di essere genitori.
    Poi riguardo alla scelta della
    persona... Forse sarò troppo
    pessimista, ma non credo nell'amore a
    vita. Cioè, nell'amore inteso come
    innamoramento e passione. Tuttavia,
    credo nella possibilità di mantenere
    un affetto sincero e pacato. Se due
    persone decidono di passare una vita
    insieme, mettere su famiglia,
    dovrebbero in qualche modo fare un
    patto. Un patto di reciproco aiuto e
    fiducia, soprattutto se ci sono di
    mezzo i figli. Il benessere fisico, ma
    soprattutto psicologico, del figlio
    dev'essere una priorità.

    RispondiElimina
  15. Perché è venuto così stretto?? Mah
    Adesso pubblico la seconda metà :)

    RispondiElimina
  16. @MeryGio
    Accidenti cara Mery, quanta felicità, quanta speranza, mi danno le tue parole! Se tutti fossero come te, animati da così buone intenzioni, allora avremmo risolto tutti i problemi :)
    E' proprio questo che intendevo quando ho scritto: voglio che qualcuno mi dica "noi siamo migliori!" Perché se nessuno l'avesse scritto avrei davvero perso ogni speranza.
    Naturalmente nel post ho dovuto prendere una posizione ben precisa rispetto alla gioventù d'oggi, altrimenti il testo sarebbe risultato incoerente. Ma, come ho già cercato di spiegarti a voce, questo non esclude che io conosca anche un'altra realtà, quella di persone come me, te e gli altri che hanno commentato, che non si riconoscono in quello che ho scritto. La mia paura riguarda la possibilità che questa realtà sia solo una minoranza, che rischi di essere sopraffatta dal "marcio".
    Ti stimo quando mi parli della tua esperienza al cre, perché sento che ci hai messo il cuore ad occuparti di quei bambini. Il tuo impegno è davvero lodevole e dici bene quando dici che la miglior soluzione è l'educazione. Poi, se mi dici che i genitori di quei bambini sono persone responsabili, ti credo e sono felice di saperlo. Devo dire anche che, hai ragione, Riolo dev'essere proprio un'oasi felice. A Brisighella invece siamo (cioè sono, io non mi ci metto in mezzo!) proprio ad un livello evolutivo inferiore...
    Per quanto riguarda Kant, mi piacerebbe davvero crederci. Che ognuno abbia del buono, voglio credere che sia vero. Quello che forse manca è la possibilità di farlo "venir fuori". Se questi giovani "sgangherati" non verranno aiutati da nessuno, se nessuno farà loro capire cosa ci sia realmente di buono in loro, la situazione non migliorerà. Siamo sempre al concetto dell'educazione, come vedi...
    Per quanto riguarda i social network, non sto a ripetere cose che ho già detto rispondendo ad altri. Se hai letto con cura il post, avrai notato che io non ho categoricamente detto: "facebook è sbagliato" Ho parlato dell'uso, dicendo che ho notato spesso dei comportamenti esagerati. Poi anche in questo caso, la decisione di non iscrivermi è personale; non vengo certo a dire che adesso tutti dovete cancellare il vostro account!
    Dai, forse sono arrivata alla fine :), concludo trovandomi pienamente d'accordo nella tua volontà di trasmettere energia e di essere modello per gli "avariati". Grande Mary, continua così, continuiamo così!

    @Martina
    Sulla parte dei genitori, inutile stare a ripetere che sono d'accordo. :) Credo ormai che tutti qui ci troviamo più o meno d'accordo sul valore della famiglia, sulla difficoltà di essere genitori e sugli sbagli - più o meno gravi, più o meno ipotetici - di questi.
    Riguardo alla televisione, mi sembra di aver capito che il "sugo" (eheh) del tuo discorso sia quello di usare ragionevolezza. E' giusto quello che dici e in parte mi sembra di averlo scritto anche in qualche altra mia risposta. E' vero, esistono programmi interessanti, ma bisogna saperli trovare in mezzo ad una montagna di "schifezze".
    E' vera anche la questione dell'attualità, anche se qui vorrei fare qualche precisazione. Perché in realtà tutte le notizie si possono trovare sul web, dove è facile fare un confronto fra diverse "opinioni", cosa che non sempre è possibile guardando un telegiornale. Ora però devo ammettere una mia manchevolezza. Infatti, stare aggiornati sul mondo che ci circonda solo tramite il web è assai difficile. Le informazioni le devi cercare, valutare, capire senza che nessuno te le presenti in maniera semplice. Io non sempre ci riesco e a volte, lo ammetto, non mi impegno troppo per riuscirci. E naturalmente rimango indietro, tanto che mi si potrebbe dire: "ma in che mondo vivi?"
    Per questo non nego che la televisione possa avere qualche utilità. Vorrei però aggiungere che da sola non basta, anche parlando di attualità.



    Ebbene ragazzi, a voi la parola.

    RispondiElimina
  17. Mamma mia, che passaparola c'è stato.
    Vorrei ribadire il mio concetto in caratteri un po' più chiari, alla luce delle varie opinioni espresse.
    Direi che la persona con cui mi trovo più d'accorto sia Mary Giò, con il suo ottimismo. GLI IDIOTI ESISTONO E SONO SEMPRE ESISTITI.
    Senza dubbio non si può dire che gli adolescenti eccessivamente fissati con Facebook e discoteche non ci siano; ci sono eccome e, per quanto riguarda almeno Facebook, io ero uno di loro fino a poco tempo fa (giusto due o tre settimane fa o scartato l'opzione di cancellarmi solo per l'utilità che avrà a breve il gruppo della classe, unico motivo). Le discoteche non sono comunque da vedere come inferni in terra: come a te piace ballare in tutù, ad altri può piacere agitarsi come in preda a crisi epilettica al ritmo di musica "dunc dunc" (per citare l'Agnello). Semplicemente esistono diversi modi di divertirsi, amen. Che poi 'sti qua vogliano crearsi degli status symbol, è un altro discorso. Credo che la grande causa di un po' tutto quello che hai elencato sia la voglia di essere notati e apprezzati, senza escludere che ciò derivi da una eventuale insicurezza. Collegandosi alla questione dell'educazione dei genitori, non credo che vada fatta di tutta l'erba un fascio. Posso presentare la mia personale esperienza: è da quando sono al mondo (intendo letteralmente) che mia madre si lamenta dicendo "a stare così tanto davanti alla televisione ti si spappolerà il cervello". Devo dire che mi guardo almeno un'ora di TV al giorno da non so quanto e il mio cervello è ancora (credo), integro, o almeno non credo si sia deteriorato in maniera esponenziale. Per lo meno, non credo che la mia intelligenza, la mia morale ed il mio raziocinio siano minori di quelli che non toccano mai un telecomando, per intenderci. Credo che la televisione venga un po' trattata da capro espiatorio per i genitori poco presenti (o presenti, ma sostanzialmente inutili). Questo sì che è un problema. Più volte, soprattutto per strada, mi ritrovo a fissare con estremo odio (sì, odio) i bambini che urlano e frignano o che vagano infastidendo gli estranei solo perché la madre (o il padre) è troppo impegnata a mandare messaggi o addirittura non crede che il comportamento del figli necessiti di correzione. Io, come gran parte di voi, credo di avere avuto la fortuna di avere dei genitori "decenti" e non posso che guardare con amarezza chi non li ha avuti. Ehi, affari loro comunque.
    Non posso che rabbrividire vedendo le foto che girano su Internet di poco più che bambini che si fanno foto mezzi nudi davanti allo specchio (del bagno) aggiungendo poi frasi del tipo "b1mbo stylosso" o simili.
    Ma chi ti dice che i 18enni del 1438 non pensassero la stessa cosa dei loro coetanei? Magari non andavano in disco e non usavano FB, ma credo che le persone idiote, come detto, siano sempre esistite e crisi dei valori ci siano sempre state.
    Non mi pare che il mondo sia esploso, anche se io ripongo grande speranza nella selezione naturale. Il "marcio", INDUBBIAMENTE, c'è stato, c'è e ci sarà sempre, ma credo sarà altrettanto anche per il buono.
    Concludo dicendo che, tra 50 anni, noi saremo laureati, e quelli che non avranno capito le priorità della vita faranno i muratori (crisi economica a parte, magari farò il muratore anche io).

    RispondiElimina
  18. Non voglio che la Conti legga questi commenti, ho anche fatto degli errori di battitura. Ops.

    RispondiElimina
  19. Premettendo che sarebbe molto divertente se la prof vedesse ciò che stiamo scrivendo ( :'D ), voglio aggiungere un commento. Dunque, ho notato che mi trovo d'accordo con molto di quello che hanno detto Ale e Mary Gio. Per riprendere il tanto discusso argomento delle famiglie voglio ribadire il fatto che è vero che molti dei bambini di oggi usano il loro tempo per andare su internet, giocare al DS, oppure non vengono correttamente educati (bambini che urlano, spintonano e corrono da tutte le parti per strada o al supermercato, con genitori disattenti, troppo impegnati a parlare con l'amico etc; oppure bambini che usano un linguaggio non adeguato alla loro età (i lupetti, ad esempio, mi hanno chiamato, scusate il linguaggio, lesbica e troia e i lupetti vanno dai 9 agli 11 anni); ciò causato oltre a dei probabili genitori distratti, anche a ciò che ci circonda. Se i bambini hanno assunto questi comportamenti un motivo ci sarà, non possiamo mica dare tutta la colpa ai genitori! Il motivo è che il mondo si sta evolvendo, a parer mio, nuove tecnologie che possono essere utili o inutili, dipende da come le si utilizzano. Internet, ad esempio, mi ricordo che quando avevo io 10 anni non potevo nemmeno entrarci, perchè si spendeva troppo e c'erano cose vietate ai minori; oggigiorno qualsiasi bambino che superi i 4 anni può comodamente andarci e guardare ciò che vuole. Oppure si basti pensare ai giochi "elettronici", tipo play station 1,2 e 3, x-box, DS e quant 'altro; quando noi eravamo piccoli (qualche anno fa), c'era al massimo il game boy e la play station 1. E' un semplice fatto di innovazione tecnologica. Lo stesso vale per i social network, perchè sono così tanto usati? Perchè sono una novità, ovviamente stare troppo su Fb, twitter, etc non fa bene, però si usano comunque perchè è un modo per tenersi in contatto al giorno d'oggi. La cosa è deprimente, lo capisco benissimo, ma non possiamo mica ritirarci su un monte a fare una vita da eremita!
    Con ciò non voglio dire che sia sbagliato quello che hai scritto, anzi, nel commento precedente ho scritto di essermi accorta di avere "certi" comportamenti, ma non è detto che sia, per forza, tutto sbagliato. la società può migliorare, questo è vero, ma non va condannata.
    Comunque hai davvero sollevato una gran discussione fra di noi, sarebbe bello se rispondesse anche qualcuno di esterno, per sapere cosa succede al di fuori di Faenza, che, per citare la Mary, come Riolo è "un'oasi felice". Comunque passando alle discoteche dico solo che è vero che per divertirmi mi serve bere un pochino (sssì, sono timida e mi vergogno a muovermi come "se mi avesse morso una tarantola"), e che adesso sono piene di bimbi di 12/13 anni, ma andarci ogni tanto non fa male. Di certo quando ci vado non torno a casa più "tonta" di prima.
    Detto questo aspetto con ansia altri commenti, è bello vedere come la gente esprime la propria opinione riguardo argomenti che toccano così da vicino la nostra vita.
    Au revoir <3

    RispondiElimina
  20. proprio oggi ho parlato a una mia amica di questa discussione e probabilmente commenterà ;) ah..è in gamba!

    RispondiElimina
  21. Ilenia, speravo mi rispondessi.
    Sei crudele.

    RispondiElimina
  22. Risponderò (quasi)brevemente ad Alessandro e Cimmi.

    Forse in questi lunghissimi commenti si è perso qualche concetto che avevo espresso. Per esempio, riguardo alle discoteche, avevo già risposto a Vale dicendo che ci sono persone a cui piace questo tipo di divertimento e che in fondo non si può giudicare sui gusti. E' piuttosto il problema degli status symbols, che ha citato Alessandro, a preoccuparmi. Per molti di questi bambini "precoci", grottesca imitazione degli adulti, certi modi di atteggiarsi o certi svaghi diventano un assoluto.
    Ritorno quindi alla questione dell'educazione. Nonostante il genitore sia forse il mestiere più difficile(come ha detto Valentina), ribadisco che il comportamento inquietante di questi ragazzini è dovuto in buona parte alle carenze dei genitori. Ma su questo praticamente abbiamo già detto tutto.
    Anche sulla televisione avevo già scritto, rispondendo a Martina, che con un po' di buon senso si può trovare sicuramente qualcosa di buono: il classico discorso sull'uso della tecnologia.
    Discorso che vale anche per i social network. Adattarsi alla tecnologia, ok, ma se questa porta effettivi benefici. Ora parlo per me, non è detto che questo debba valere per tutti: a mio parere i social network sono qualcosa di "in più", non sono tecnologie ormai indispensabili come la lampadina elettrica o il telefono o l'acqua corrente. Che i social network siano divertenti, utili mezzi di condivisione, non lo metto indubbio. Ma se non bisogna generalizzare (come piace tanto dire all'Agnello) dicendo che siano tutti da eliminare, non bisogna generalizzare nemmeno dall'altra parte, dicendo che ormai tutti dobbiamo adattarci ad essi.
    Concludo con un piccolo appunto ad Ale. Penso di aver capito cosa intendessi con la tua ultima frase, però ricorda che anche i muratori hanno la loro dignità! :)

    RispondiElimina
  23. Sono sopreso! Non credevo che nel giro di una settimana si creasse una discussione del genere!! Tra un po' ile ti toccherà aprire una pagina nuova :)

    Mi avete fatto venire in mente talmente tante cose che ho paura di fare confusione, ma proverò ugualmente a esporre le mie idee. Spero di non dimenticare nulla.

    Mi sembra di aver capito che i "noccioli" della questione siano:
    - famiglia
    - educazione bambini (io qui collegherei anche discoteche e moderne tecnologie)

    Andiamo per ordine. La FAMIGLIA
    Rispondo soprattutto a leo e a ile che sono andati molto vicini a dove volevo fare arrivare la riflessione con il mio primo intervento.
    Ribadisco il concetto che se la famiglia si sgretola è perchè manca qualcosa di fondo esattamente come le case crollano quando le fondamenta e il terreno su cui sono costruite non sono solidi.
    Ora la domanda che mi sorge spontanea è: quali sono le basi su cui si fonda la famiglia? Per me sostanzialmente una da cui deriva tutto: l'AMORE

    E ora una domanda che credo sia molto difficile: quid est amor? Ile, tu hai accennato ad innamoramento e passione, ma cosa intendi di preciso? Sapete distinguere i vari “generi” di amore che si provano verso i genitori, i fratelli/sorelle per chi li ha, verso il/la proprio/a fidanzato/a?

    Se devo essere sincero io stesso non avrei risposta alle domande che ho posto. Una cosa però l’ho chiara. Se io sono disposto a sacrificarmi per una persona fino a dare me stesso, se io sono disposto a “donarmi” per questa persona, allora vuol dire che la amo, la amo e sento che vorrei starle vicino fino alla morte (che paroloni!).
    Potrebbe quindi definirsi come sacrificio, ma io non vedo questo come una cosa negativa, ma come qualcosa di piacevole, per il semplice motivo che lo faccio per amore di qualcuno, allora diventa un “peso” che si porta più che volentieri.

    Nel momento stesso in cui penso prima agli interessi di qualcuno che non sia me stesso, senza lo scopo di ricevere qualcosa in cambio, allora so di agire guidato dall’amore verso questo qualcuno.

    “Se taci, taci per amore. Se parli, parla per amore. Se correggi, correggi per amore. Se perdoni, perdona per amore. Metti in fondo al cuore la radice dell’amore. Da questa radice non può che maturare il bene.” (S. Agostino)

    Sembrano parole assurde, astratte e fuori dal nostro quotidiano vivere, eppure quando vedo una madre che cresce il proprio figlio con la massima cura, cosa c’è dietro se non amore? Io, personalmente, mi riterrò in grado di costruire una famiglia solo quando sarò pronto a sacrificarmi e a prendermi cura della mia famiglia stessa, fino a rinunciare ai miei desideri più grandi.

    Un rapporto così forte e saldo è difficile da sciogliere se viene “coltivato” e "esplorato" nel fidanzamento, altro argomento che mi sta molto a cuore.
    Il fidanzamento dovrebbe essere preso come un vero periodo di "preparazione all'amore" e un periodo di conoscenza reciproca. Adesso è diventato molto superficiale e si scopre magari dopo aver già “messo su famiglia” di non conoscere veramente il/la proprio/a moglie/marito e ormai il “danno” è fatto. Dopo si che è una casino rimediare.

    RispondiElimina
  24. Sempre da questo comunque dipende anche l’educazione dei figli. Adesso io non voglio generalizzare, però la profondità con cui si considerano i rapporti umani influenza fortemente l’educazione di un bambino. E questo è un grosso difetto della società odierna: la SUPERFICIALITA’. Da qui deriva a mio parere quasi tutto: le crisi dei valori, della famiglia e via dicendo. Poi è ancora più un putiferio se si sommano questi fattori alla tecnologia che si sviluppa sempre di più fino a diventare una vera e propria arma, una minaccia se non finalizzata correttamente.

    Per quanto riguarda le discoteche sono d’accordo: sta ai genitori interessarsi delle azioni dei propri figli e spesso e volentieri questa è una mancanza.
    Poi ovviamente non voglio penalizzare solo i genitori, per carità. Con la società odierna la vita familiare è molto difficile e può capitare anche ai genitori più accorti che il proprio figlio sia influenzato negativamente.

    Per questo dobbiamo lottare! Facciamo che il cambiamento e la ribellione alle regole imposte dalla società venga da noi giovani, speranza del futuro.
    Ricito la stessa frase di Socrate che ha ricordato Mary: “Chi vuole muovere il mondo muova prima se stesso”.
    Scrolliamoci di dosso questa apatica superficialità, cambiamoci per cambiare il mondo.

    RispondiElimina
  25. E' quasi l'una di notte e non mi sento abbastanza lucida per rispondere a quello che scrive Davide. Tuttavia direi di continuare questa discussione solo negli argomenti cardine della questione:
    -educazione dei bambini/giovani
    -social network, televisione e altre tecnologie
    -status symbols, modelli di comportamento...
    Altrimenti diventa una cosa infinita e ci allontaniamo dal problema iniziale. Il problema filosofico dell'Amore, molto interessante, propongo di affrontarlo a parte. Cercherò presto di scrivere un breve post per avviare la discussione. Secondo me potrebbe nascere un altro intenso dibattito. Che ne dite?
    Ovviamente se qualcuno vuole rispondere qui è comunque libero di farlo.
    Ciao ciao :)

    RispondiElimina
  26. il discorso sull'amore è la risposta alla domanda di Leo. Per il resto ribadisco quello che ho scritto nell'ultimo dei miei due messaggi, ne segue che bisogna andare alla radice degli argomenti da cui eravamo partiti che tu Ile hai appena elencato. Se facessimo diversamente, a mio parere, gireremmo solo intorno ai veri problemi.

    RispondiElimina
  27. Il problema non sono i giovani, il problema è chi li educa. Un bambino, un ragazzo, un giovane è semplicemente una lavagna vuota, una pagina bianca, un cassetto da riempire (il giovane già meno). Ciò che manca oggi è il ruolo educativo, etico e morale del genitore e di chi ne fa le veci culturali, ovvero gli insegnanti. I giovani sono abbandonati a se stessi, non hanno più una guida, non vengono allevati e cresciuti con valori sani, principi forti, con una coscienza.

    Non condivido il tuo punto di vista su videogames e cartoni animati. Lo trovo, diciamo, leggermente superficiale. Anche io da bambino guardavo cartoni e giocavo a videogames, ma ogni volta mi veniva dato un limite, mi veniva insegnato cosa era giusto e cosa era sbagliato in un cartone. Ciò che andava fatto, e ciò che invece era vietato perché inopportuno e non corretto.
    La socialità è una caratteristica della nostra umana esistenza, è vero, ma è lo è tanto quanto la violenza, l'invidia, l'uso della forza sul più debole: non scordiamoci come sono nate le prime civiltà.

    La tendenza...seguire la moda....il branco...beh...io non l'ho mai vista come una mancanza di personalità. L'ho piuttosto concepita come una paura a restare soli, ad esprimersi, ad andare contro corrente. È una voglia implicita e forse neppure consapevole di essere parte di un gruppo, di sentirsi accettati e compresi. D'altra parte, anche qui!, la colpa è dell'educatore: chi altrimenti dovrebbe insegnare che la diversità è bella, che la libera espressione della propria personalità è cosa buona e giusta, che avere un telefono da 150E non significa essere meno importanti, interessanti, capaci, apprezzabili, fighi, etc, di chi ne possiede uno da 700E?

    I social network...Come hai ben detto: il problema è l'utilizzo che ne viene fatto. Assolutamente d'accordo.
    Ormai in giro non faccio altro che sentire: "prima ci si scambiava il num di telefono", "prima si usciva a prendere un gelato, non si chattava", "prima le persone le conoscevi per caso o escogitando piccole strategie, e non richiedendo l'amicizia"...Ma:
    1. Nessuno vieta di uscire da FB.
    2. Io su FB ho conosciuto tante persone con le quali, poi, mi ci sono incontrato, ci sono uscito, ho stretto un rapporto reale. Basta volerlo.
    3. Ma chi ti dice di restare a chattare? Alza il culo e fatti una passeggiata.
    Il problema è l'individuo. La pigrizia, il torpore mentale, l'apatia dei sentimenti, la mancanza di autocoscienza.
    [Odio CaneSecco]

    Scusami, ma proprio non sono d'accordo sulla questione della cultura. Il marcio, la decadenza, l'ignoranza sta sia nella pubblica che nella privata, anzi, molto spesso molto più in quest'ultima (te lo posso assicurare, ahimè). La cultura non si abbassa perché le scuole private costano tanto e pochi possono permettersele. La cultura si sta abbassando perché oggi l'obiettivo non è più laurearsi, trovare un lavoro e mettere su famiglia (o inseguire i propri desideri, insomma); ma avere il cellulare nuovo, andare alla festa, avere la macchina, etc etc. È la società, i media, quello-che-ti-pare, che ormai propone una cultura dell'annullamento. Si annulla la persona, si annulla la sua intelligenza.
    [Nell'img che hai postato, quei ragazzi potrebbero tutti venire dalla privata, e che ne sai? :)]
    La cultura deve venire dal DENTRO di una persona, non fuori. Il desiderio, la voglia, la fame di conoscenza. Poi, potrai anche essere il figlio di un contadino.
    La questione della ricchezza la condivido se parliamo di OPPORTUNITA' (chessò: chi ha soldi può frequentare scuole d'inglese private, master all'estero, etc etc, e quindi avere una possibilità ed opportunità in più d'esprimersi e qualificarsi), ma non di certo di CULTURA e/o CONOSCENZA.

    RispondiElimina
  28. Come ho già scritto nel commento precendente, vorrei un attimo lasciare da parte la questione dell'amore (Davide non ne abbia a male! :) ) perché la trovo davvero molto interessante e vorrei dedicarle uno spazio tutto suo.

    Mi piacerebbe invece rispondere ad alcune affermazioni di 9dropsofink.

    Quando hai scritto dei videogames hai giustamente detto che i tuoi genitori ti insegnavano cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Quindi, vedi, il problema è ancora l'educazione! In qualche mio commento precedente penso di aver fatto una considerazione simile. Cito me stessa: "Per quanto riguarda la televisione, più che dare un limite di tempo,bisognerebbe far capire ai bambini il giusto valore della tv. Proibire categoricamente qualcosa può risultare più dannoso che utile. Invece, spiegando ai bambini cosa c'è di buono nella televisione (che questo buono ci sia in fondo non l'ho mai negato) si può educarli ad una visione consapevole."

    Un'ultima cosa, quando ho scritto della cultura naturalmente era sottinteso "l'opportunità di migliorare la propria cultura". So bene anch'io che denaro non è sinonimo di cultura! Basta vedere questo video...
    http://www.youtube.com/watch?v=Ma2MDvVLKuQ
    Hai proprio ragione dicendo che la cultura debba venire da dentro. Quello che mi fa veramente arrabbiare è anche il fatto che molti di questi figli di papà, che potrebbero permettersi chissà quali scuole, non sono minimamente interessati allo studio!

    I miei sono solo piccoli chiarimenti, ma in ogni caso, grazie del commento!

    RispondiElimina
  29. Io mi collego a ciò che ha detto Dado e a questo proposito vorrei dire che le tue sono bellissime parole, ma alla nostra età mi sembra ancora precoce parlare di amore, quello con la A maiuscola. Sono d'accordo con te sul fatto che se una persona vuole creare una famiglia è necessario che sia disposta a sacrificarsi, a dedicarsi totalmente ad essa, ad amare VERAMENTE il/la proprio/a partner etc. Tuttavia credo che una persona ancora "alle prime armi" non parta subito in quarta. Ugnuno è libero di farsi le proprie esperienze e da ognuna di essa maturerà e capirà quello che vuole veramente. Certo, questo non toglie il fatto che può capitarti di trovare subito la persona giusta, anche se lo trovo piuttosto difficile. Le tue parole, a mio parere, valgono per chi già è maturo e sa davvero cosa vuole e a cosa va incontro e di conseguenza tutti i rischi che seguono. Un giorno anche io spero di creare la mia bella famiglia felice, ma ritengo che una certa maturità la si "acquisti" con l'età ma anche con l'esperienza.(con questo non intendo che uno/a debba avere 300 fidanzati/e prima di arrivare a quello giusto)

    RispondiElimina
  30. rispondo a vale dicendo solo che il discorso che ho fatto era la risposta alla domanda: "Come si fa a stabilire se la persona con la quale decidiamo di vivere è quella giusta per noi?"
    E' ovvio che alla nostra età non si richiede questo, ma avere le idee chiare su certi concetti sì, in modo da potersi orentare senza perdere la testa nel mondo in cui viviamo. E chiudo qui il discorso aspettando di continuarlo in un altra pagina :)

    RispondiElimina
  31. Ritornando al discorso principale....
    mi sembra di capire quindi che tutto deriva dall'educazione. Ma se al giorno d'oggi a volte sono i genitori stessi che vogliono fare i giovani adattandosi al modo di vivere che la società propone, come possiamo fare? I loro figli sicuramente cresceranno seguendo la moda.... (che vuol dire perdita di personalità: l'insicurezza e la voglia di essere accettati dagli altri portano a perdere il proprio spirito critico e ad adeguarsi ad uno spirito di osservazione comune)

    Ora io vi chiedo: come fermare questo processo che è già in atto? Perchè se si lascia proseguire, dopo sarà un circolo vizioso....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ognuno lavora nel proprio piccolo. La somma dei piccoli crea il grande.

      Lavora/lavoriamo su te/noi stesso/i. Sui nostri amici, sui nostri nipoti, sui nostri figli. Questo possiamo fare. Non siamo gli unici ad aver notato una "decadenza" della cultura, dei valori, dei principi nelle nuove generazioni (ma anche nella nostra, in gran parte). Proprio in questi giorni su Youtube è nato un grande dibattito al riguardo. Non siamo/siete soli. Esprimiamoci, risaltiamo, affermiamoci. Possiamo solo essere d'esempio.

      Elimina
  32. Il problema di fondo secondo me, non è la moda in sè, che fondamentalmente c'è sempre stata e continuerà ad esserci, ma l'atteggiamento che si ha verso di essa.
    Tu Dado dici come possiamo fare a "sconfiggerla", ma ritengo che sia una missione assai ardua se non impossibile! L'importante (e il discorso ricade sempre qui) è che non diventi un'ossessione, una dipendenza.
    Noi tutti, anche inconsapevolmente, un pò la seguiamo vestiti,comportamenti etc); è inevitabile e sinceramente non ci vedo nulla di sbagliato. Eppure abbiamo una personalità, un'identità, un carattere. La cosa fondamentale è che non oltraggi il nostro Io, la nostra persona.
    Secondo me un vero problema della nostra società (che si collega poi alla moda) è senz'altro quello dei pregiudizi e non della moda in sè. Ma, perdonate la mia visione pessimista, temo che sia quasi impossibile da superare. Incrociamo uno per strada e se è vestito in un modo un pò stravagante, senza conoscerlo ci facciamo già delle idee e non pensiamo che magari lui sta bene così e non gliene frega niente di come andare in giro. O magari ha problemi economici chissà.
    Questo per dire che uno è libero di seguire qualsiasi moda senza però che questa diventi un vero e proprio precetto.

    RispondiElimina
  33. nel momento stesso in cui vediamo la moda in maniera "disincantata" non ne siamo più dipendenti perchè consapevoli, o almeno si può essere dipendenti, ma consapevolemente. Molti, se non tutti i pregiudizi, derivano dalla moda, ne segue che si tratta dello stesso problema. E' naturale per l'uomo giudicare subito in base all'aspetto fisico ed esteriore. E' da persone adulte andare oltre l'apparenza o comunque essere consapevoli che certi pregiudizi vengono spontanei e "censurarli" nella propria testa.
    La moda in sè non è una cattiva cosa, ti fa sentire appartenente ad un gruppo, diventa pericoloso quando si fa della moda il proprio stile di vita senza più veramente avere una personalità ben definita.

    RispondiElimina