Ipazia ha due grandi colpe: quella di essere donna e quella di aborrire qualunque fede in nome della conoscenza e della libertà di pensiero. Per questo, quando i Cristiani, guidati dal vescovo Cirillo, rappresentano ormai la maggioranza religiosa nella città, Ipazia viene accusata di stregoneria ed empietà e brutalmente uccisa da un gruppo di Parabolani.
Il fanatismo religioso viene in questo film messo a nudo e condannato, una sola e semplice frase di Ipazia dimostra infatti la brutalità e l'insensatezza degli scontri: "Sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono". Così mentre migliaia di persone continuano a vivere prigioniere di gabbie mentali, Ipazia muore libera.
Con l'aggiunta di un intreccio sentimentale (volto forse ad addolcire la vicenda) e l'uso d'inquadrature insolite ma efficaci, Amenebàr crea un film appassionante, che apre la mente.
(nelle foto: a sinistra il poster di Agorà, con l'attrice Rachel Weisz in primo piano, a destra "La morte di Ipazia" di Charles William Mitchell)
Il fanatismo religioso viene in questo film messo a nudo e condannato, una sola e semplice frase di Ipazia dimostra infatti la brutalità e l'insensatezza degli scontri: "Sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono". Così mentre migliaia di persone continuano a vivere prigioniere di gabbie mentali, Ipazia muore libera.
Con l'aggiunta di un intreccio sentimentale (volto forse ad addolcire la vicenda) e l'uso d'inquadrature insolite ma efficaci, Amenebàr crea un film appassionante, che apre la mente.
(nelle foto: a sinistra il poster di Agorà, con l'attrice Rachel Weisz in primo piano, a destra "La morte di Ipazia" di Charles William Mitchell)
Ipazia...basta il suo nome perchè la sua memoria rieccheggi...IPAZIA, colei che capisce..Il SUO nome.Ipazia è stata l'emblema dell'era più illuminata e sapiente che il mondo ebbe fortunatamente la possibilità di conoscere....Quel medesimo mondo, che purtroppo or ora sa a stento che cosa significhi pensare,capire, comprendere, studiare, filosofare...Oggi diciamo che Ipazia era una donna...A quel tempo, Ipazia era una filosofa...Ipazia, che insegnava il sapere a greci,ebrei,romani,persiani,egiziani,cristiani, pagani, nella biblioteca d'Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo allora conosciuto,distrutta da un fanatismo religioso ignorante e impregnato d'oscurantismo...Secoli e secoli di sapere dati alle fiamme per la più facile sottomissione dei popoli...ma perchè?mi viene tuttavia da chiedermi anche se conosco già la risposta...non c'è niente di più bello che sapere far funzionare il proprio cervello e gioire di come funziona e non temere ciò che si impara e si studia anzi amarlo e vivere per e di questo...più passa il tempo e più il mondo in cui viviamo sembra volerci togliere questo privilegio...Non possiamo permetterlo, non dobbiamo permetterlo...Non ci possono togliere quello che è dentro di noi, quello che nasce,cresce,matura e vive con noi ed è giusto che gli altri conoscano ciò che è...Questo è ciò di cui abbiamo bisogno,ciò di cui il mondo ha bisogno...Scriviamocelo sul corpo se non potremo più farlo sulla carta, ma per favore non lasciamo che all'uomo sia negato quello che lo contraddistingue dall'animale: la parola....Dobbiamo rispettare e onorare la memoria di tutti coloro che sono morti per questo,proprio come Ipazia...Se sapremo farlo, allora si potrà realmente e finalmente asserire che ella come moltissimi altri non ha vissuto invano...Non smettiamo mai di di cercare,imparare,studiare,magnifichiamo la nostra esistenza cercando di viverla come disse un altro grande morto per quello in cui credeva:'l'uomo più saggio non è colui che sa,ma chi sa di non sapere' (Socrate)...
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